Ieri, giovedì 20 febbraio, ha auto luogo la cerimonia d’inaugurazione dei 2 corsi principali del NATO Defense College, il Senior Course 136 (SC136) e il NATO Regional Cooperation Course 23 (NRCC23). La cerimonia è stata aperta dall’intervento della Comandante del NATO Defense College, il Generale di Squadra Aerea della Royal Canadian Air Force Chris Whitecross, che ha preceduto l’interessante intervento del Capo del Comitato Militare (CMC) della NATO, l'Air Chief Marshall Sir Stuart Peach della RAF. Presente all'evento anche l’intera delegazione del Comitato Militare della NATO, guidata dal Generale Roberto Nordio (Rappresentante Militare Italiano presso il Comitato Militare dell’Alleanza Atlantica e di quello dell’Unione Europea), in visita al NDC come seconda tappa del loro viaggio presso i 3 principali comandi NATO in Italia. La visita alla struttura romana, infatti, fa seguito a quella avvenuta il 19 presso il Deployable Air Command and Control Centre (DACCC) della NATO di Poggio Renatico e ha anticipato la visita prevista per il 21 presso il NATO Strategic Direction-South (NSD-S/HUB), l’Hub della NATO per il Sud, situato nella struttura del Joint Force Command di Napoli. Proprio le strutture italiane NATO, ed il contributo fondamentale dato dalle nostre FFAA alle operazioni dell’Alleanza in Afghanistan, Iraq e Kosovo (missione a guida italiana) sono stati al centro del discorso d’apertura del Gen. Peach. Riguardo al primo aspetto, ha evidenziato che, ad esempio, “in Iraq, l’Italia continua a contribuire con la NATO, con un ruolo di primo piano, nella formazione e nel capacity building del personale di sicurezza iracheno”. Per quanto concerne le strutture NATO presenti in Italia, l’ufficiale inglese ha ricordato come “questa 3 giorni di visite stia mettendo in mostra alcuni dei più straordinari contributi italiani alla nostra Alleanza”. Spostandosi poi sul presente e futuro della NATO, il Generale ha sottolineato che “il focus continuerà ad essere quello della difesa collettiva e della deterrenza nei confronti della Russia, della cooperative security, soprattutto in caso di sfide comuni (terrorismo) e del crisis managment”, non escludendo, in tale settore, (sollecitato da una precisa domanda dell’Autore su possibili sovrapposizioni/incompatibilità tra la NATO e la richiesta di una maggior autonomia strategica e di un ruolo più decisivo dei paesi europei) una qualche forma di collaborazione, “soprattutto nel campo della logistica”, e/o di divisione di ruoli e teatri operativi con l’UE: “questioni complesse e delicate su cui si discute proprio in questi giorni”, sia al NDC che a Bruxelles. Peach ha poi aggiunto che i settori principali in cui dovrà continuare ad investire l’Alleanza sono quelli relativi alle strutture di Comando e Controllo, “che restano fondamentali, come dimostrato dalla recente creazione dei nuovi comandi di Norfolk (USA)” – per il controllo delle linee di comunicazioni marittime dell’Atlantico – “e quello da poco operativo di Ulm (Germania)” – creato per migliorare la movimentazione di equipaggiamenti, mezzi e personale in Europa. Ovviamente, anche i 2 nuovi domini operativi, quello cyber e quello spaziale, sono stati ricordati dal CMC. Il settore cyber ha un ruolo di primo piano e “da quest’anno è operativo il nuovo centro di comando dedicato (COC – Cyberspace Operations Centre) di Mons (Belgio)”. Anche il dominio spaziale rappresenta un ambito di primario interesse per l’Alleanza Atlantica, “settore critico che spinge verso l’innovazione e dove la NATO sta investendo con forza per adattarsi ed in intervenire con un approccio che sia unificato per i 29 paesi membri (presto 30, con l’imminente entrata della Macedonia del Nord)” e che guardi all’innovazione e punti ad evitare inutili duplicazioni”. In particolare, dal punto di vista organizzativo, il Generale ha posto l’accento sulla necessità di creare un singolo centro di comando e controllo spaziale, pienamente integrato con la difesa aerea e missilistica dell’Alleanza.