RIVISTA ITALIANA DIFESA
F-35 designa bersagli in network con IBCS 27/01/2020 | Gabriele Molinelli

F-35A dell’USAF hanno per la prima volta operato in stretta integrazione con l’Integrated Air and Missile Defense Battle Command System (IBCS) delle batterie contraeree dell’US Army in un’esercitazione a fuoco che ha portato all’abbattimento di minacce aeree multiple. L’IBCS, messo a punto da Northrop Grumman, è il sistema di comando e controllo di nuova generazione per le unità di difesa antiaerea e antimissilistica per le forze di terra statunitensi, ed è già stato adottato anche dalla Polonia unitamente alle nuove batterie di missili PATRIOT in acquisizione. Il network IBCS consente la condivisione delle tracce rilevate da molteplici sensori, così che le batterie missili non dipendono soltanto dai propri sensori ma possono sfruttare altri radar basati a terra, o in cielo. L’F-35 ha confermato la sua capacità di fungere da sensore volante condividendo il proprio tracciamento del bersaglio con il datalink a bassa rilevabilità Multifunction Advanced Data Link (MADL). Il segnale criptato del sistema MADL, datalink avanzato sviluppato appositamente per l’F-35, è stato ricevuto tramite una ground station HARVEST LIGHTNING sviluppata da Lockheed Martin e completa di un gateway di connessione al network IBCS. Il test, svoltosi sul poligono di White Sands nel dicembre scorso, è stato effettuato da soldati provenienti dal 3rd Battalion del  6th Air Defense Artillery Regiment, parte della 30th Air Defense Artillery Brigade, che è un’unità deputata alla sperimentazione e all’addestramento in difesa antiaerea e antimissilistica (Joint and Combined AMD). Il test ha coinvolto 2 nodi IBCS a livello batteria e un comando battaglione, con a loro disposizione forze amiche composte da 2 lanciatori missili PATRIOT PAC-2 con relativo radar di batteria oltre a 2 radar multi missione SENTINEL dispiegati in altre aree. A questi si aggiungevano gli F-35 e anche un radar AN/TPS-59 dell’US Marine Corps, connesso tramite un network Link 16. La condivisione dei dati tracciati da questi sensori ha consentito l’ingaggio quasi simultaneo di 2 missili cruise simulati, che sono stati abbattuti con missili PAC-2. Per l’F-35 questo è solo l’ultimo in una serie di esperimenti volti a dimostrare la sua capacità di fungere da sensore volante a bassa-osservabilità a beneficio delle forze amiche: test precedenti hanno visto l’integrazione con il network Naval Integrated Fire Control-Counter Air (NIFC-CA) dell’US Navy, che ha portato all’intercettazione di bersagli aerei con il lancio di missili STANDARD delle unità navali, oltre che la designazione di bersagli di terra a favore di artiglieria a razzo (HIMARS dell’USMC) e tubo (obici PALADIN dell’US Army). La capacità dell’F-35 di volare, non visto e anche in profondità sul campo di battaglia, avvistando e designando bersagli concede all’aereo una scorta di armi virtualmente inesauribile e moltiplica le possibilità operative delle forze alleate. Si tratta di attributi fondamentali nell’ottica delle operazioni Multi Domain, necessarie a sconfiggere difese complesse e stratificate.


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