RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il Bilancio della Difesa 2020 24/01/2020 | Pietro Batacchi

Il Bilancio Difesa 2020 si presta a più di un'interpretazione e, se vogliamo, riflette un po' questo biennio schizofrenico contraddistinto da cambi di governo, ma anche di orientamento in tema di Difesa. Lo dimostrano alcune scelte di segno contrario assunte in poco tempo - uno per tutte il CAMM ER, prima sospeso e poi riattivato, e per fortuna che l'errore è stato corretto, oppure la stabilizzazione del programma F-35 - lo sblocco repentino la scorsa primavera di fondi del MiSE rimasti di fatto fermi per un anno ed altri cambiamenti intervenuti in corsa d'opera. Il risultato è un bilancio della Difesa che cresce sensibilmente rispetto alle previsioni del 2019, ed al Bilancio assestato del 2019, ma che cala di poco rispetto al bilancio a legislazione vigente, ovvero il bilancio "al netto" degli effetti della legge di Bilancio 2020. C'è da dire che questi ultimi hanno riguardato ben poco il comparto difesa e sicurezza, se si eccettua l'incremento di 48 milioni di euro della spesa per compensare le prestazioni di lavoro straordinario del personale delle Forze di Polizia, i 2 milioni in più per le medesime prestazioni del personale dei Vigili del Fuoco, il fondo di 25 milioni di euro per la "valorizzazione" degli stessi Vigili del Fuoco e la riduzione di 36 milioni di euro del contributo italiano annuale all'ONU. Del resto i margini di manovra imposti dalla congiuntura economico-finanziaria del Paese - segnati essenzialmente dal "trittico" clausole di salvaguardia IVA/quota 100/reddito di cittadinanza - erano abbastanza limitati. E', dunque, una buona notizia il fatto che non ci siano stati tagli di rilievo e che la Legge di Bilancio abbia sostanzialmente lasciato il quadro inalterato rispetto al Bilancio a Legislazione Vigente (BLV). Quest'ultimo, come vedremo in dettaglio, presenta una situazione complessivamente positiva, relativamente alla media italiana di stanziamenti militari, con una spesa per gli investimenti che è tornata a crescere sensibilmente, sia in Bilancio ordinario sia nel Bilancio del MiSE. Resta, certo, il grande squilibrio a favore degli stanziamenti per il personale, mentre ci si sta avviando ormai verso una qualche forma di revisione della Riforma Di Paola e del suo modello a 150.000 uomini, mal applicato ed alla fine naufragato in pastoie e storture burocratiche.

Tutto l'articolo è disponibile su RID 2/20.


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