RIVISTA ITALIANA DIFESA
Libia: ultimi sviluppi 07/01/2020 | Andrea Mottola

Nelle ultime 2 settimane ci sono stati diversi sviluppi riguardanti la situazione libica, sia dal punto di vista militare che da quello politico. Per quanto riguarda la prima, la situazione dul campo sembrerebbe, in questa fase, estremamente favorevole alle truppe del LNA. Negli ultimi 15/20 giorni, le truppe guidate da Haftar hanno respinto l’avanzata delle milizie tripoline e misuratine dall’area di Sidra/Twaishah verso l’ex Aeroporto Internazionale/Qasr Bin Ghashir, roccaforti del LNA e uno dei 2 punti d’origine dell’offensiva di Haftar sulla capitale, ed hanno guadagnato terreno a nord, fino a spingersi nei pressi del carcere di Abu Salim nell’immediata periferia meridionale di Tripoli. LNA, inoltre, ha bersagliato a più riprese l’aeroporto di Mitiga con fuoco d’artiglieria, causandone la temporanea chiusura tra il 3 ed il 5 gennaio, ed ha colpito una scuola militare a Misurata (probabilmente impiegando UCAV WING-LOONG II “emiratino”) causando 28 vittime, attacco ufficialmente smentito dal portavoce del LNA al-Mismari. Altro sviluppo importante riguarda la conquista di Sirte da parte dell’LNA. In circa 48 ore, infatti, le truppe di Haftar hanno preso possesso della città provenendo da sud e dal mare, approfittando dello scarso numero di uomini lasciati a sua difesa in seguito all’invio di rinforzi da Sirte verso Tripoli per difendere la capitale dall’offensiva del LNA, nonché della defezione di alcune unità poste a difesa della città ed ora integrate nello stesso LNA (tra cui il 604° Battaglione Salafita). In seguito all’offensiva l’LNA dovrebbe controllare importanti strutture tra cui la caserma al-Saadi, la base aerea di Ghardabiya ed il porto di Sirte (dov’è attraccata l”ammiraglia” della Marina di Haftar, Al-Karama, ex OPV irlandese AISLING) , requisendo anche diversi mezzi ed equipaggiamenti lasciati dalle milizie del GNA, tra cui diversi blindati BMP-3 e MRAP turchi KIRPI. Dal punto di vista tattico, la presa di Sirte rappresenta un enorme successo, tenuto conto che consente simultaneamente l’interruzione della continuità territoriale delle aree costiere sotto controllo del GNA tra Sirte e Misurata e la messa in sicurezza del fianco settentrionale della strategica base di al-Jufra e del suo retroterra logistico. Inoltre, è possibile che Sirte fosse uno degli hub logistici destinati all’arrivo di personale e materiale turco nelle prossime settimane. Nelle ultime 24, peraltro, le forze di Haftar si sono spinte ulteriormente verso ovest, fermandosi ad 85 km da Sirte nella zona di al-Washka dove sono state bloccate dalle Brigate Bunyan al-Marsus che puntano a riprendere il controllo della città che proprio loro liberarono dal Daesh 2 anni fa. Dal canto suo, il GNA non pare abbia guadagnato posizioni, reagendo con bombardamenti nella zona a sud di Ain Zara, dove l’LNA fatica ad avanzare, e colpendo la base aerea di al-Watiya, hub aeronautico del LNA insieme ad al-Jufra da cui partono i WING-LOONG ed i velivoli Mi-24P/35 e MiG-21/23 di Haftar, causando danni relativi alla pista e 4 vittime.

Tornando ai bombardamenti di Mitiga del 3/5 gennaio, è probabile che tale azione sia dovuta anche al fatto che tra il 28 dicembre ed il 3 gennaio sono giunti in Libia oltre un migliaio di uomini appartenenti alla milizia turcomanna Faylaq al Sham provenienti da Idlib (Siria) e trasportati prima a Gaziantep, dove sono stati imbarcati su coppie di A400M dell’Aeronautica turca fino ad Istanbul, e da lì imbarcati su velivoli civili della Buraq Air, Petro Air e Lybian Wings (quest’ultima legata ad Abdelhakim Belhadj, attuale leader del partito islamico conservatore al-Watan ed ex capo delle milizie anti gheddafiane LIFG) fino all’aeroporto di Tripoli/Mitiga. Sempre restando agli spostamenti aerei, vanno segnalati diversi movimenti di velivoli militari russi (IL-76MD e Tu-154M) russi provenienti da Jableh/Hmeimeem verso al-Khadim (base emiratina in Libia) e strani voli di linea della siriana Cham Wings tra Damasco e la capitale della Cirenaica (fino al 27/11, data dell’accordo tra GNA e Turchia, normale volo giornaliero con piano di volo noto, mentre da quel momento fino al 29/12 il volo non ha previsto destinazione ufficiale), a bordo dei quali non si può escludere fossero presenti ulteriori aliquote di contractors russi del gruppo Wagner inviati a supporto dell’offensiva di Haftar su Tripoli. Pochi giorni prima, peraltro, il capo del LNA aveva incontrato a Bengasi il Ministro degli Esteri greco Dendias, e subito dopo al Cairo il Presidente egiziano Al-Sisi, con i quale avrebbe discusso della possibile creazione di una forza navale congiunta Egitto-Grecia-Libia per l’imposizione di un blocco navale nei confronti di navi militari turche o cargo/mercantili civili sospetti provenienti dalla Turchia.

Proprio in riferimento a quest’ultima, e passando agli sviluppi politici, il 2 gennaio è arrivata l’attesa approvazione del Parlamento turco per l’invio di personale militare turco in Libia. Posto che non si tratta di una novità, tenuto conto che RID parla già dallo scorso giugno della presenza di consulenti militari turchi tra Tripoli e Misurata, la rilevanza prettamente militare di tale approvazione parlamentare non appare così determinante. È estremamente probabile, infatti, che le ulteriori aliquote di regolari delle FFAA turche non superino le 200 unità, la stragrande maggioranza delle quali (escludendo qualche possibile distaccamento di FS) avrà compiti di supporto e consulenza per l’utilizzo di equipaggiamenti e mezzi forniti alle milizie del GNA - vedi MRAP KIRPI, UCAV BAYRAKHTAR TB2 e sistemi EW - e per la modifica/creazione di infrastrutture relative al loro impiego - come la costruzione della nuova pista d’atterraggio (1.067 m di lunghezza per 32 di larghezza) ad Ain Zara nel quartiere Mashrou al-Moz (nei pressi del complesso residenziale Banana, 5km a sud dell’aeroporto di Mitiga), possibile nuova base operativa dedicata agli UCAV. Tuttavia, la reazione politica di gran parte della Lega Araba all’annuncio del Parlamento di Ankara è stata estremamente negativa, soprattutto da parte egiziana, saudita, emiratina e bahreinita, e ha portato Haftar a dichiarare la Jihad (la lotta armata) contro l’invasore turco (destino che toccherebbe a qualsiasi forza militare straniera, va ricordato…) ottenendo un discreto supporto da tribù ancora ai margini dell’attuale conflitto civile libico. Contemporaneamente, il Parlamento libico (internazionalmente riconosciuto) di Tobruk, ha richiesto l’attivazione del trattato di mutua difesa da parte dei paesi della Lega Araba contro l’invasione turca, qualcosa di simile all’Art. 5 della NATO, mentre la RASCO (Ras Lanuf Oil & Gas Processing Company, azienda controllata dalla NOC) ha rescisso unilateralmente i contratti di fornitura di petrolio con le società turche. Per quanto riguarda la Turchia, va segnalato che Erdogan ha incassato il no della Tunisia riguardo alla proposta di utilizzo della base di Matmata come hub logistico per il trasferimento di mezzi e personale turco verso la Libia. Riguardo all'Europa, infine, si attende il pleonastico incontro dei Ministri degli Esteri di Cipro, Egitto, Francia, Grecia e Italia del 9 gennaio al Cairo, che farà seguito a quello previsto per oggi a Brussel tra Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia.


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