Il Congresso ha tagliato i fondi richiesti dalla US Navy per la ricerca e lo sviluppo del nuovo caccia che sostituirà l’F/A 18 SUPER HORNET. La Marina Americana aveva previsto di quadruplicare i fondi destinati al progetto passando dai 5 milioni di dollari del 2019 ai 20,7 milioni di dollari per il 2020 ma, nonostante l’incremento fosse già stato inserito nel National Defense Authorization Act, il Congresso ha deciso di procedere con un taglio del 66% sulla voce in questione, assestando i fondi assegnati a “soli” 7,1 milioni di dollari. L’incremento degli stanziamenti era stato richiesto dall’US Navy per avviare la fase di “Support Technology Maturation and Risk Reduction” (TMRR), focalizzata sullo sviluppo del propulsore di nuova generazione da destinare al nuovo velivolo e dei relativi sistemi elettrici e di sicurezza correlati. La frenata sul nuovo velivolo sembra legata a doppio filo con il tanto discusso destino delle portaerei americane. La minaccia dei nuovi sistemi A2/AD di Cina e Russia, ed in particolare del sistema missilistico anti-nave cinese DF-21D, ha innescato ormai da molti anni discussioni sul ruolo delle portaerei nei futuri campi di battaglia marittimi, con una fila sempre più numerosa di analisti convinti che il ruolo di queste ultime sia ormai da considerarsi tramontato in quanto eccessivamente esposte e quindi vulnerabili alle nuove minacce. L’establishment della Marina Americana ha, nell’ultimo periodo, cercato di convincere gli scettici che i nuovi sistemi d’arma avversari hanno semplicemente esteso il campo di battaglia da 200 a 1.000 miglia nautiche ma che il paradigma della Air-Sea Battle rimane comunque invariato. L’ingresso in servizio dell’UAV MQ-25 STYNGRAY sui ponti di volo delle portaerei americane, in funzione aerocisterna, ha per l’appunto proprio il compito di tamponare l’esigenza, estendendo il raggio di azione degli attuali velivoli imbarcati, ma la valutazione sul ruolo delle più grandi unità navali al mondo rimane aperta. Nonostante gli USA vogliano comunque dimostrare che il loro ruolo di superpotenza globale non si è assolutamente eroso, le loro preoccupazioni rimangono elevate e continuano a condizionare lo sviluppo di alcuni progetti: oltre al citato nuovo caccia per l’US Navy, anche i sostituti per l’S3 VIKING, in ruolo anti-som, e le unità del Maritime Prepositioning Force (MPF) rimangono ancora “in banchina”. Sui prossimi numeri di RID dettagli, approfondimenti e novità.