Il proliferare delle bolle A2/AD ed in generale l’aumento degli scenari a più alto livello di contrasto militare stanno imponendo alle FA un riorientamento dottrinale verso nuove forme di lotta convenzionale “eterodosse”. I capifila di questa evoluzione sono senza dubbio l’US Navy ed i Marines con il concetto delle operazioni marittime distribuite e della letalità distribuita. Il nuovo Comandante dell’USMC ha dato un’ulteriore spinta in tale direzione con delle linee guida ancor più innovative nelle quali si mette l’accento sulla necessità per una forza navale/anfibia sempre più integrata di essere meno tracciabile, diffusa, ma non per questo meno letale. Da qui il via anche ad una riflessione su un complemento di unità più piccole, con e senza equipaggio, da affiancare alle tradizionali unità anfibie e di supporto. A nostro avviso in questo complemento dovrebbe figurare pure un nuovo tipo di unità, che si potrebbe definire Nuova Unità Expeditionary (NUE), appositamente concepita per operare nei contesti A2/AD supportando le Littoral Raid Force (LRF), ovvero unità di basso livello ordinativo “miste” - SOF + fanteria di Marina. Noi immaginiamo queste unità con un dislocamento compreso tra le 5.000 e le 8.000 con un ponte di volo configurato principalmente per operare con droni e remote carrier di diverso tipo (remote carrier ISR, EW, strike, “suicidi”), missili controcarro a lungo raggio montati su affusti, pozzetto universale per missili sup-aria a corto-medio raggio (tipo CAMM ER, per esempio) e missili antinave, e lanciarazzi “in pack”. Per questi sistemi sarebbe fondamentale la possibilità di essere campalizzabili per lo sbarco e/o il dispiegamento in siti avanzati di opportunità per impiantare le “contro-bolle”. Le NUE dovrebbero infine operare con un nuovo tipo di mezzi veloci da inserzione, lanciabili da un piccolo bacino allagabile, e con RHIB “oceanici ospitabili sulle fiancate in baiette con chiusura stealth. Sui prossimi numeri di RID dettagli, approfondimenti e novità.