RIVISTA ITALIANA DIFESA
Libia, PREDATOR e interesse nazionale 21/11/2019 | Pietro Batacchi

Ancora non è chiara la dinamica che ha portato alla caduta dell’UAV PREDATOR/REAPER dell’AM nell’area di Tarhouna in Libia. La Difesa, così come fonti di RID in loco, ha parlato di problema tecnico, mentre le milizie di Haftar continuano a rivendicarne l’abbattimento. Un’ipotesi, quest’ultima, che non potrebbe essere esclusa visto che le forze di Haftar dispongono di sistemi antiaerei PANTSIR S-1 forniti dagli Emiratini e che negli ultimi mesi hanno abbattuto altri droni, ma anche velivoli pilotati appartenenti alle milizie fedeli al Governo Serraj, Secondo quanto dichiarato dalla Difesa, l’UAV stava operando nell’ambito del dispositivo aeronavale MARE SICURO che generalmente dispone di 2 velivoli non pilotati, di stanza a Sigonella, e che, all’occorrenza, potrebbero essere impiegati pure per il supporto della missione bilaterale in Libia, MIASIT, il cui contingente a Misurata è dispiegato in un’area più volte colpita negli ultimi mesi dagli attacchi dei miliziani del Maresciallo Haftar. Non c’è, pertanto, da stupirsi se il velivolo si trovasse nei cieli della Libia, ovvero in una zona vitale per l’interesse nazionale e per la sicurezza dell’Italia. Inoltre, dei voli è regolarmente informato il Governo Serraj riconosciuto dall'ONU.


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