RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il potenziale militare degli Houthi 28/10/2019 | Pietro Batacchi

Generalmente quando si parla degli Houthi si tende a trattarli come un'organizzazione ribelle semplicemente controllata dall'Iran. In realtà gli Houthi, quanto meno dalla presa del potere in Yemen, sono molto di più: sono un gruppo molto strutturato che controlla una buona parte del vecchio apparato statale yemenita e che può essere considerato una sorta di Hezbollah del Golfo. In pratica, qui siamo ben oltre il classico proxi di una potenza "patrona", ovvero siamo di fronte ad un qualcosa di più complesso ed articolato che, pur avendo un chiaro patrono esterno, ha pure capacità, comportamenti, risorse e potenzialità che sono tipiche degli stati. Difficilmente, infatti, si potrebbe spiegare la forza del gruppo, che sta tenendo da anni in scacco la più moderna macchina da guerra del Medio Oriente dopo quella israeliana, ricorrendo semplicemente alla relazione tra gli Houthi e l'Iran. C'è qualcosa di più, come vedremo in questo articolo, con molteplici variabili in gioco. Nato come movimento separatista di guerriglia di confessione zaidita (ramo sciita), gli Houthi si sono poi affermati come una (quasi) organizzazione statuale dopo la conquista della capitale dello Yemen, Sanaa, e di buona parte dello stato nel 2014-2015 (su Houthi e conflitto yemenita si veda anche RID 4/10). Un'espansione fermata solo dall'intervento a guida saudita che ha reinstallato il Presidente Hadi nel sud del Paese e che ha innescato il conflitto secondo uno spartito in corso ancora oggi. Inizialmente il successo del movimento è stato reso possibile dall'alleanza tattica con le forze fedeli all'ex Presidente Saleh - costretto ad abbandonare il Paese dopo la Primavera Araba del 2011 ed ansioso di rimettere le mani sul potere perduto - che hanno garantito supporto politico, agganci fuori dalla roccaforte settentrionale di Sadah, expertise e capacità militari, a partire da quelle della Guardia Repubblicana. Tuttavia, con l'assassinio di Saleh nel 2017 da parte degli stessi Houthi, che accusavano l'ex Presidente di doppiogiochismo con l'Arabia Saudita, l'alleanza è venuta meno anche se alcune forze del vecchio mondo di Saleh sono di fatto state assorbite dagli Houthi nella loro nuova struttura statuale. Sì perchè il movimento, una volta preso il potere, ha consolidato progressivamente il controllo sugli apparati del vecchio stato yemenita dandosi una struttura al cui vertice c'è il Supreme Political Council (SPC) guidato dal Presidentissimo Mahdi Al-Mashat (1), Comandante delle Forze Armate houthi e sostituto di Saleh Ali al-Sammad, ucciso in un raid aereo saudita nell'aprile 2018. Dall'SPC dipendono la branca amministrativa, che in parte, come si diceva, coincide con quella del vecchio stato yemenita, e la branca militare, ovvero le Forze Armate, di cui cercheremo di parlare in dettaglio in questo lavoro. In questi anni, gli Houthi hanno dimostrato di saper gestire la parte del Paese sotto il proprio controllo, applicando un capillare e coercitivo regime di tassazione e facendo leva sul tessuto di piccoli e medi funzionari che sostanziava la precedente struttura amministrativa. Oltre che dalle tasse, le entrate provengono in larga parte dai traffici e dal porto di Hodeidah sul Mar Rosso, l’unico ancora in mano agli Houthi, ma sotto assedio e "protetto" da un cessate il fuoco umanitario negoziato all'ONU. Da Hodeidah passa il 70% degli aiuti umanitari per lo Yemen, che in buona parte gli stessi Houthi rivendono per sostenere il proprio sforzo bellico.

Tutto l'articolo è disponibile su RID 11/19.


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