I Curdi hanno raggiunto un accordo preliminare con il Governo di Damasco e la Russia per consentire il dispiegamento delle forze di Assad del Nordest della Siria. Il rischieramento è iniziato ieri e le forze fedeli ad Assad sono già a Manbij, sono segnalate in direzione di Ain Issa, mentre altre unità sono entrate a Raqqa e nella base aerea di Tabqa, da dove si sono ritirate le forze americane presenti fino a pochi giorni fa. Nel frattempo l’offensiva turca sta rallentando attorno alle città di confine di Tal Abyad e Ras Al Ayn, anche se le forze turche ed i miliziani filo Erdogan si sono spinti fino all’autostrada M4 – importante arteria di comunicazione tra Hasakah e Kobane - nell’area tra le 2 cittadine. Vedremo se adesso ci sarà un confronto tra Turchi e Siriani oppure se verrà semplicemente raggiunta una “soglia di spartizione” tra Ankara e Damasco, sotto la mediazione russa, come accaduto per Aleppo e Idlib. Ancora una volta, pertanto, in Medio Oriente la fa da padrona la logica della politica di potenza, una logica che l’Europa e l’Occidente in generale non sembrano più in grado di capire e gestire.