RIVISTA ITALIANA DIFESA
A colloquio con l’Amm. Bisceglia 23/09/2019 | Eugenio Po

Abbiamo avuto occasione di fare una chiacchierata con l’Ammiraglio Ispettore Capo Matteo Bisceglia, Direttore degli Armamenti Navali (NAVARM) e Capo del Corpo del Genio Navale, delle Armi Navali e degli Infrastrutturali. L’Amm. Bisceglia sta per lasciare il suo attuale incarico a NAVARM per assumere quello di Direttore dell’OCCAR-EA (Organisation Conjointe de Coopération en matière d'Armement-Executive Administration, Organizzazione Congiunta per la Cooperazione in materia di Armamenti-Struttura Esecutiva). Riportiamo qui di seguito un estratto dell’intervista che apparirà su RID 10/19. RID: Ammiraglio ci può fare un bilancio del suo mandato come Direttore degli Armamenti Navali?

Amm. Bisceglia: A maggio del 2014, quando ho assunto la Direzione di NAVARM, il più giovane tra i titolati a questo ruolo, la cosiddetta “Legge Navale” si trovava ad uno stadio embrionale, la Legge di Stabilità 2014 prevedeva, infatti, un “Programma navale per la tutela delle capacità marittime della Difesa” (poi nota appunto come “Legge Navale”, NdR) e costituiva il primo passo di questo intervento d’emergenza. Nel primo anno del mio mandato a NAVARM abbiamo infatti posto le basi di tutte le attività relative alla “Legge Navale”, strutturandole e sostanziandole fino alla sottoscrizione di un accordo tecnico-economico che in pratica chiudeva la fase di negoziazione e permetteva di arrivare a predisporre tutto quanto necessario alla contrattualizzazione. Come noto, la “legge Navale” ha portato alla realizzazione di 3 tipi di navi, l’unità logistica VULCANO (Logistic Support Ship- LSS), i Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA) classe THAON DI REVEL e l’unità anfibia TRIESTE (Landing Helicopter Dock- LHD). In più si sono aggiunte, nel 2015, le 2 unità tipo UNPAV (Unità Navale Polifunzionale ad Alta Velocità) il cui capoclasse ANGELO CABRINI è stato consegnato alla Marina nel mese di luglio 2019 e il gemello TULLIO TEDESCHI seguirà a gennaio 2020. RID: Quello della “Legge Navale” è stato dunque un progetto veramente straordinario.

Amm. Bisceglia: Sì, non credo che ci siano altre Nazioni che in tempo di pace siano riuscite a fare altrettanto. Tenga conto che la LHD TRIESTE rappresenta la nave più grande mai realizzata dalla Marina Militare. I Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA) sono estremamente innovativi: almeno il 70% dei componenti che hanno a bordo sono frutto di nuovi sviluppi, con radar e guerra elettronica tra i più sofisticati al mondo. La Logistic Support Ship (LSS) VULCANO, che ha un dislocamento a pieno carico di circa 27.000 t, è una nave in grado di garantire grandi capacità di rifornimento e di supporto logistico in mare anche a favore dei cacciamine e dei sommergibili. Nave VULCANO, la cui consegna alla MMI era prevista inizialmente nel settembre 2019, a causa dell’incendio che l’ha danneggiata in fase di costruzione (a luglio 2018: NdR), è stata rimandata all’anno prossimo. Seguiranno poi il TAHON DI REVEL, primo PPA nel 2021 e l’LHD TRIESTE nel 2022 RID: Passando invece ad i programmi futuri, che cosa ci può raccontare dei prossimi sviluppi?

Amm. Bisceglia: Per una serie di nuovi programmi non “abbiamo ancora i fondi in tasca”: i finanziamenti, ancorché autorizzati dalle leggi di bilancio 2017 (comma 140) e 2018 (comma 1072), devono essere autorizzati ai vari livelli decisionali. Tra di essi c’è la nuova nave supporto sommergibili nota come SDO-SuRS (Special & Diving Operations - Submarine Rescue Ship), un’unità pensata per sostituire l’ANTEO ma che potrà fare molto di più, poiché sarà molto più grande (si parla di un dislocamento di 7.000-8.000 t, NdR). Analoga è la situazione della nuova NIOM (Nave Idro-Oceanografica Maggiore) anch’essa molto più grande della MAGNAGHI che andrà a sostituire (in questo caso si parla di un dislocamento di 5.000 t -6.000 t, NdR). Siamo inoltre molto vicini alla finalizzazione del programma di sviluppo e costruzione della 1a batch dei nuovi sommergibili U-212 NFS (Near Future Submarine) per i quali è previsto un finanziamento a fronte del comma 95 della Legge di Bilancio 2019 e che quindi è temporalmente più indietro. Rispetto ai precedenti U-212A, i nuovi U-212 NFS includeranno moltissime tecnologie ed apparati sviluppati e realizzati nel nostro Paese (sollevamenti elettrici, batterie al litio, ecc.). RID: Che cosa ci può dire delle nuove EPC, European Patrol Corvette, e del resto dei programmi? Amm. Bisceglia: Le EPC costituiscono uno dei primi progetti dell’accordo tra Fincantieri e Naval Group (programma POSEIDON) rappresentando uno degli esempi di possibili futuri programmi comuni. Approfittando della cornice della PESCO (Permanent Structured Cooperation) l’Italia ha proposto alla Francia di realizzare queste unità da pattugliamento (il cui dislocamento si colloca tra le 2.500 t e le 3.000 t), che avranno anche capacità ASW, in seno alle nuove iniziative europee. Non dimentichiamoci poi del progetto per i nuovi 12 cacciamine oceanici. Le attuali unità stanno infatti invecchiando molto rapidamente ed il problema è il mantenimento della capacità di caccia alle mine che la Marina aveva e sta perdendo. In questo ambito pure il progetto per i nuovi cacciamine potrebbe entrare in OCCAR: i Tedeschi hanno espresso un requisito piuttosto simile. Potrebbe esserci spazio per una futura collaborazione. RID: Che cosa si attende dal nuovo incarico che sta per assumere all’OCCAR? Amm. Bisceglia: Credo molto nell’OCCAR per me è un onore infinito assumere la guida di questa organizzazione europea che ha i contorni di una vera agenzia europea. In futuro l'Europa si dovrà affidare ad OCCAR per gestire tutti i programmi più importanti. Ma per far crescere il ruolo dell’OCCAR bisogna che l’Organizzazione sia in grado di dimostrare ogni giorno di essere un centro di eccellenza: pertanto, il mio compito a Bonn sarà quello di guardare bene com’è la struttura, di mettere il personale nella condizione di lavorare con serenità e di rendere al meglio in ogni circostanza. Spero che nei 3 anni del mio mandato potrò riuscire, con l'aiuto di tutti i collaboratori, ad aumentare il budget di OCCAR. Oggi il bilancio dell’Organizzazione si attesta attorno ai 60 miliardi di euro (60 miliardi costituisce il valore complessivo dei programmi che OCCAR gestisce, basti pensare ad A400M, BOXER, FREMM, FSAF/PAAMS, LSS, PPA, TIGER, solo per citarne alcuni, NdR): io spero e conto che esso possa aumentare considerevolmente anche sfruttando le nuove iniziative europee (EDF - European Defense Fund e PESCO). Il resto dell’intervista la potrete leggere su RID 10/19.


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