RIVISTA ITALIANA DIFESA
L’F-35 come sensore anti-balistico 19/09/2019 | Gabriele Molinelli

La Missile Defense Agency statunitense, in collaborazione con USAF e con gli Skunk Works di Lockheed Martin, ha portato a termine una dimostrazione che ha visto l’F-35 fungere da sensore d’allarme anti-balistico volante. Nel test, denominato Project RIOT, l’F-35 ha usato i suoi sensori per individuare il lancio di un missile a lungo raggio ostile, prima di trasmettere l’informazione ad un velivolo da ricognizione ad altissima quota U-2 e ad una stazione di controllo terrestre pensata per operazioni Multi Domain. Il Project RIOT ha permesso a Skunk Works e all’Air Force Life Cycle Management Center di Hanscom Air Force Base, nel Massachusetts, di dimostrare che, attraverso l’uso di standard comuni hardware e software, è possibile introdurre in servizio nuove capacità operative in tempi molto ridotti. In meno di 4 mesi, il progetto ha dimostrato il potenziale dell’F-35 come sensore volante da allarme anti-balistico ed ha aperto nuovi collegamenti dati fra piattaforme di vecchia e nuova generazione. L’U-2, che pure nel recente passato era stato ad un passo dal ritiro dal servizio attivo, ha confermato di essere una macchina flessibile che, grazie alle significative capacità di carico, può adattarsi a nuovi ruoli, in questo caso come snodo di comunicazione capace di mettere in comunicazione, oltre l’orizzonte, un F-35 e una stazione di comando a terra (Multi Domain Ground Station). Il Project RIOT ha fatto uso dell’Universal Command and Control Interface dell’USAF e di sistemi di missione di tipo aperto per limitare i tempi e i costi di sviluppo. Ulteriori approfondimenti su RID 11/19.


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