Dopo la conferenza stampa di ieri del Ministero della Difesa saudita, nuovi e più chiari dettagli stanno emergendo sulle dinamiche dell’attacco alle raffinerie Aramco di Abqaiq e Khurais. L’attacco è stato condotto da 18 droni kamikaze e 7 missili da crociera, ma 3 di questi ultimi hanno mancato l’obbiettivo ricadendo nel deserto. La Difesa saudita ha inoltre mostrato video e foto molto dettagliate dei rottami dei missili e dei droni che ci hanno permesso di coglierne alcuni dettagli. Secondo la nostra analisi, come dimostrerebbero i particolari del motore e della sezione posteriore, i missili da crociera impiegati sarebbero i Quods-1. Quest’ultimo è una variante modificata più piccola dell’iraniano SOUMAR, accreditata di una gittata compresa tra i 600 ed i 700 km (contro i 1.300 del SOUMAR, che è una sorta di reverse engineering del missile russo Kh-55). Ciò, di fatto, esclude un eventuale impiego del QUODS-1 da parte degli Houthi, considerando che tra il nord dello Yemen e i 2 obbiettivi la distanza è superiore ai 1.200 km. L’ipotesi più probabile è che il missile sia dunque stato lanciato dal sud dell’Iraq, visto che le distanze sarebbero compatibili con la gittata del QUODS-1, escludendo l’ipotesi del lancio dal sud dell’Iran che avrebbe implicazioni ovviamente più gravi e che porterebbero direttamente all’Iran. L’attacco potrebbe pertanto essere stato lanciato dalle milizie sciite irachene filo-iraniane, magari con l’assistenza degli elementi della Forza Quods dei Pasdaran, e potrebbe anche essere stato una ritorsione contro i recenti attacchi israeliani in Iraq visto che è presumibile che i velivoli con la Stella di Davide utilizzino lo spazio aereo saudita per condurre tali raid. Nel briefing sono stati inoltre mostrati dei rottami di un UAV con ala a delta che a nostro avviso dovrebbe essere dello stesso tipo di quelli lanciati nel maggio scorso contro la stazione di pompaggio petrolifera saudita di Afif. Anche in quel caso l’attacco sarebbe attribuibile ad una milizia filo-iraniana irachena. La cosa curiosa, che indirettamente confermerebbe la matrice irachena dell’attacco ad Abqaiq, è che gli Houthi dopo il briefing della difesa saudita hanno condotto una conferenza stampa in cui hanno mostrato delle foto satellitari degli obbiettivi, secondo il portavoce del gruppo riprese prima dell’attacco da un loro drone, che in realtà sarebbero vecchie immagini del 2018 scaricate da Google Earth e riarrangiate. Inoltre, il portavoce degli Houthi avrebbe parlato di un nuovo drone impiegato nell’attacco senza però fornire immagini o video, una circostanza in netto contrasto con la “comunicazione” del gruppo che è solito mostrare i “gioielli” del proprio arsenale. L'altra conferma della "pista irachena" sarebbe l'attacco aereo condotto nell'area di Qaim, al confine con la Siria, contro il Quartier Generale di una milizia filo-iraniana, attacco che sarebbe stato condotto proprio dall'Aeronautica Saudita (fonti saudite hanno però smentito) ed in cui il Governo di Baghdad ha confermato la morte di 5 persone. La situazione in tutta la regione, dunque, resta incandescente e appesa al filo della guerra.