RIVISTA ITALIANA DIFESA
Le scelte saudite 22/02/2014 | Pietro Batacchi

L'Arabia Saudita starebbe negoziando con il Pakistan l'acquisto di carri da battaglia AL KHALID e caccia JF-17. La notizia, circolata anche in passato, è tornata nuovamente alla ribalta negli ultimi mesi. Con il deterioramento delle relazioni con Washington a causa della crisi siriana e della questione del nucleare iraniano, infatti,  il Regno ha iniziato a rivolgersi altrove per forniture ed assistenza militare. Al di là della qualità dell'hardware certo non eccelsa - il JF-17 non è paragonabile all'F-15SA o l'AL KHALID ai LEOPARD 2 A7 che la Germania sembra non voler trasferire - l'Arabia Saudita starebbe cercando nuove garanzie e nuovo supporto politico-strategico in altre direzioni.

Con il Pakistan, del resto, Riyadh ha una partnership strategica consolidata sin dagli anni sessanta e settanta quando il Pakistan fu fondamentale per la nascita ed il primo consolidamento dell'Aeronautica Saudita. Nel corso degli anni, tale partnership si è poi ulteriormente rafforzata con regolari dispiegamenti di truppe pakistane sul territorio saudita (fino agli anni ottanta e poi interrottisi) e con l'assistenza finanziaria del Regno alla realizzazione del programma nucleare pakistano. E proprio il nucleare sarebbe al centro di un accordo segreto tra i 2 Paesi secondo il quale, in cambio, appunto, del supporto finanziario ricevuto, Islamabad garantirebbe la propria deterrenza anche all'Arabia Saudita secondo il principio della deterrenza estesa. Ma i 2 Paesi hanno cooperato strettamente anche durante l'occupazione sovietica dell'Afghanistan, in supporto alle fazioni più radicali dei mujaheddin (in particolare quelle guidate da Abdul Rasul Sayaf e Gulbuddin Hekmatyar), e per la creazione del movimento talebano nella prima metà degli anni novanta.

L'accordo, pertanto, mirerebbe a rinverdire la partnership tra i 2 Paesi - e non è un caso che pare coprire nuovi dispiegamenti di truppe pakistane sul territorio del Regno - ed a consolidarne l'asse strategico in concomitanza con gli ondeggiamenti ed il disimpegno di Washington dal Medio Oriente.


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