RIVISTA ITALIANA DIFESA
I sottomarini nucleari d’attacco classe SUFFREN 30/08/2019 | Michele Cosentino

Uno dei programmi più importanti nell’evoluzione della Marine Nationale riguarda il rinnovo della componente d’attacco della forza subacquea, incentrato sulla realizzazione di 6 nuove unità a propulsione nucleare. Il relativo programma, avviato nel 2006 e noto fino a qualche anno fa come BARRACUDA, sembra vivere un momento di criticità, sostanzialmente dovuto al ritardo nel varo e nel completamento del primo esemplare, attività previste nel 2017, ma rinviate per alcune cause approfondite nel prosieguo di questo studio; quest’ultimo è stato redatto tenendo anche conto delle informazioni raccolte durante l’ultima edizione di Euronaval, svoltasi a Parigi a ottobre 2018 (vedi RID 12/18, pagg. 30-41). Il varo del primo esemplare, SUFFREN, avvenuto nel corso di una cerimonia svoltasi il 12 luglio 2019 con la partecipazione del Presidente Macron, rappresenta comunque un primo traguardo significativo nello sviluppo di un programma dimostratosi più complesso del previsto. Al momento, la flotta subacquea d’attacco francese schiera le 6 unità a propulsione nucleare classe RUBIS, entrate in servizio a partire dal 1983 e la cui missione principale era inizialmente il contrasto delle forze subacquee dell’allora Marina Sovietica. La realizzazione dei RUBIS sancì la decisione della Marine Nationale di abbandonare definitivamente la propulsione convenzionale per le proprie unità subacquee d’attacco e di disporre di una flotta subacquea - comprendente anche i battelli lanciamissili balistici - interamente propulsa dall’atomo. Tuttavia, mentre il sesto degli 8 esemplari previsti dal programma RUBIS - il PERLE - si trovava sullo scalo avvennero quei cambiamenti epocali negli scenari geostrategici militari che imposero a tutte le principali Nazioni del pianeta una pausa di riflessione, preludio di conseguenze assai importanti. La frenesia del post-Guerra Fredda e la ricerca assoluta dei dividendi della pace prospettavano un futuro molto incerto per i sottomarini nucleari d’attacco, naviglio giudicato troppo costoso da costruire, gestire e mantenere, e non adatto a un futuro - risultato effimero - di pace. La realtà si è invece dimostrata completamente differente, obbligando tutte le Marine di rango del mondo, compresa quella Francese, ad avviare una profonda revisione dottrinaria in cui la proiezione di potenza dal mare e la capacità di strike contro bersagli terrestri sono diventate dapprima prevalenti rispetto ai tradizionali concetti di sea control in ambiente oceanico; successivamente, l’ascesa di nuove realtà militari e la riproposizione di altre già esistenti - il riferimento alla Repubblica Popolare Cinese e alla Russia è evidente - hanno nuovamente modificato il quadro strategico di riferimento, confermando la validità delle forze navali in generale e di quelle subacquee in particolare, nonché un ampliamento dei loro compiti originari. Dal punto di vista tecnico-operativo, già durante la costruzione dei primi 4 RUBIS - cioè l’unità eponima, seguita da SAPHIR, CABIANCA ed ÉMERAUDE - ci si rese conto che le forme del loro scafo non favorivano un’efficiente funzionamento dei sensori elettroacustici, rendendo necessaria l’attuazione di un importante programma di aggiornamento definito AMElioration Tactique HYdrodynamique, Silence Transmission, Ecoute, il cui acronimo in lingua francese è diventato il nome del 5º battello, appunto AMÉTHYSTE; il programma consistette in alcune modifiche strutturali nella zona prodiera dello scafo esterno, estese in seguito alle prime 4 unità e applicate al PERLE sin dall’inizio. Inoltre, come già accennato, la costruzione di altri 2 RUBIS (TURQUOISE e DIAMANT) fu annullata nel 1992, quando i battelli si trovavano già sullo scalo, ma non a uno stadio troppo avanzato da giustificarne il completamento e il relativo esborso di oneri non indifferenti.

Tutto l'articolo sarà disponibile su RID 9/19.


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