RIVISTA ITALIANA DIFESA
I sistemi sonar di nuova generazione 23/08/2019 | Massimo Annati

La fine della Guerra Fredda aveva segnato una brusca diminuzione d'interesse per la componente antisommergibile. Il compito primario delle Marine sembrava ormai legato alle operazioni di stabilizzazione e alla proiezione di potenza. Negli anni a seguire si sono però dovuti osservare alcuni trend significativi. Da un lato, infatti, c'è stata una notevole crescita del numero di Paesi equipaggiati con sommergibili, dall'altro i battelli ad elevate prestazioni, sia a propulsione nucleare che ibrida-anaerobica, sono diventati molto più numerosi. Infine, alcuni Paesi, che dispongono di una notevole e crescente forza subacquea, hanno assunto posizioni più assertive e potenzialmente ostili, come la Russia e la Cina. Oltre al cambiamento geopolitico c'è però anche da registrare una mutata situazione operativa, che influenza le prestazioni dei sensori acustici. Il teatro delle operazioni si è allargato, non è più il solo mare aperto ma include anche le acque costiere e litoranee. Questo implica una diversa capacità di scoperta a causa del diverso profilo batitermico e del rumore di fondo, con il risultato di rendere spesso difficile, se non impossibile, raggiungere la prima o la seconda zona di convergenza. Anche la possibilità di discriminare un battello "seduto" sul fondo, ad esempio, richiede caratteristiche completamente diverse da quelle di sistemi adottati per le operazioni di scoperta passiva in ambiente oceanico. Infine, alcuni teatri di operazioni presentano caratteristiche ambientali molto particolari. Il Mar Mediterraneo ha escursioni termiche rilevanti e profondità molto variabili, oltre ad essere caratterizzato da forte rumore di fondo; il Golfo Persico ha acque calde, molto salate e fondali bassi; il Mar Baltico ha acque basse, fredde e con scarsa salinità. Il Mar Cinese Orientale ed il Mar Giallo sono molto bassi e presentano zone costiere con salinità ridotta per l’effetto delle portate dei grandi fiumi mentre il Mar Cinese Meridionale può arrivare a profondità abissali, con forti pendenze. Le navi con vocazione ASW più recenti sono equipaggiate sia con sonar a scafo (solitamente un sonar a media o bassa frequenza, nel bulbo di prua), sia con sonar rimorchiato a profondità variabile. In particolar modo, le migliori unità ASW del mondo sono probabilmente le FREMM-ASW italo-francesi, a cui si aggiungeranno in un prossimo futuro le Type-26 britanniche. Entrambe dispongono di un sonar in bulbo di prua (Ultra Type 2150 a media frequenza per le Type 26; Thales 411CL a media frequenza per le FREMM) associato ad un VDS a bassa frequenza Thales 4249 , forse meglio noto con il nome commerciale di CAPTAS-4 (Combined Active/Passive Towed Array Sonar), o anche Type 2087 nella Royal Navy. In realtà le Type 26 proseguono il cammino iniziato 10 anni fa dalla Royal Navy con l’ammodernamento delle 8 Type 23 destinate alla scorta antisommergibile (TGE, Task Group Escort). Queste infatti hanno adottato il VDS Type 2087 al posto del Type 2031, pur conservando il sonar Type 2050 nel bulbo di prua. Il VDS Type 2087/CAPTAS-4 ha una componente attiva operante a 500 Hz e comprende anche un array lineare passivo che opera sulla frequenza di 100 Hz. Vale la pena di sottolineare come oggi, né la US Navy, né la Deutsche Marine, né la Japanese Maritime Self Defence Force o la Marina Sud-Coreana dispongano invece di alcuna unità dotata di VDS. Per gli Americani il sensore standard è il sonar a bassa frequenza SQS-53C nel bulbo di prua, che equipaggia anche i cacciatorpediniere giapponesi e sud-coreani. A questo sonar è solitamente associata una cortina idrofonica rimorchiata passiva: lo SQR-19 TACTAS (Tactical Towed Array Sonar) o il più recente SQR-20, meglio noto come TB-37 MFTA (Multi Function Towed Array). Quest'ultimo può operare sia come sonar passivo, o come ricevitore del sonar attivo, o per la scoperta di siluri in arrivo. I sensori sono integrati dal sistema di combattimento antisom SQQ-89. Le future FFG(X) della US Navy, così come le LCS destinate alle operazioni antisom, impiegheranno invece il nuovo VDS leggero SQS-62 DART (Dual-mode Array Transmitter) costruito da Raytheon, a cui sarà associata, come parte ricevente, una cortina trainata TB-37 MFTA.

Tutto l'articolo è disponibile su RID 9/19.


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