RIVISTA ITALIANA DIFESA
La RAF punta all’ipersonico 19/08/2019 | Redazione

Il Rapid Capability Office (RCO) della Royal Air Force ha lanciato alcuni programmi tecnologici per la ricerca e lo sviluppo nel campo delle armi ipersoniche. I programmi sono stati annunciati per la prima volta nel corso del RIAT svoltosi a luglio. Tramite il RCO, la RAF ha “sfidato” le industrie del settore a fornire, entro 4 anni, una capacità ipersonica per armamenti, richiedendo una velocità di almeno Mach 5. Queste armi super-veloci sono viste come uno strumento fondamentale per garantire ai caccia di 4ª Generazione (per la RAF ovviamente si parla specificamente di TYPHOON) una capacità bellica significativa anche negli scenari futuri più complessi e contestati (A2/AD). Un secondo filone di sviluppo riguarda le tecnologie propulsive ipersoniche, e vede coinvolto un team composto da Rolls Royce, BAE Systems e Reaction Engines. In un programma di 2 anni, finanziato con 10 milioni di sterline, il team modificherà un motore EuroJet EJ200 con un’unità di pre-raffreddamento dell’aria in ingresso derivata dal pre-cooler del motore ipersonico SABRE di Reaction Engines. Raffreddare l’aria in ingresso di centinaia di gradi in una frazione di secondo, e farlo senza causare formazioni di ghiaccio, è molto complesso, ma Reaction Engines ha dimostrato nei mesi scorsi il raffreddamento di un flusso d’aria a 400°, condizione del volo a Mach 3,3. Il test, portato a termine negli USA, ha visto l’unità di raffreddamento ingerire lo scarico incandescente di un turbogetto General Electric J79, motore impiegato tra l’altro anche a bordo di velivoli come l’F-104 e il PHANTOM, e raffreddarlo in 1/20 di secondo. L’obiettivo finale per il SABRE è arrivare a dimostrare il raffreddamento da 1000° (aria in ingresso a Mach 5) a 150°. Il motore SABRE, che dovrebbe poi combinare un razzo per il volo fuori dall’atmosfera, è in sviluppo come soluzione per l’accesso all’orbita terrestre con un singolo stadio. Questa prima applicazione delle tecnologie del SABRE all’ambito militare non comporta per ovvi motivi la comparsa di un TYPHOON ipersonico, ma il raffreddamento del flusso d’aria dovrebbe portare a grandi benefici in termini di efficienza e di volo in “supercrociera”, ovvero supersonico senza uso di postbruciatore. Se l’esperimento avrà il successo sperato, la tecnologia potrebbe essere ulteriormente sviluppata nell’ambito del programma TEMPEST.


Condividi su:  
    
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE