La nota vicenda sull’imminente acquisizione di sistemi antiaerei/antimissile S-400 TRIUMPH da parte della Turchia (con consegne previste entro la fine di luglio), e la conseguente decisione statunitense di bloccare l’acquisto degli F-35 destinati ad Ankara, ha avuto ulteriori sviluppi. In primis, il Pentagono ha deciso che, qualora i turchi non rinuncino all’acquisto degli S-400 entro il prossimo 31 luglio, a partire da tale data verrà interrotto il programma d’addestramento previsto per i piloti turchi (attualmente ne sono presenti 4, di cui 2 istruttori, mentre era previsto l’arrivo di altri 34 tra giugno e novembre), piloti peraltro già a terra, nonché quello del personale tecnico di stanza ad Eglin (38 operatori attualmente presenti, 28 dei quali dovrebbero riuscire a terminare il corso), anche se il loro addestramento non prevede l’accesso a dati sensibili, svolgendosi prevalentemente su simulatori. Inoltre, dal 1° agosto, verrà interdetto l’ingresso di personale turco nelle basi di Luke ed Eglin e nell’ufficio centrale JPO di Washington. In secondo luogo, il Segretario alla Difesa Shanahan ha confermato che, a partire dal gennaio 2020, la partecipazione industriale delle 10 aziende turche al programma F-35 – tra cui figurano i 3 colossi della difesa Roketsan, TA e Tusas - verrà trasferita ad aziende di altri Paesi. Le industrie turche partecipano alla produzione di 937 parti del velivolo (parte centrale fusoliera, di cui TA è second source, portelli baie interne, materiali compositi per prese d’aria motore), pari ad un valore stimato dalla Lockheed Martin in 12 miliardi di dollari per l’intero ciclo produttivo del programma, senza dimenticare che i 100 aerei per la Turchia rappresenterebbero quasi 1/5 dei 478 F-35 destinati al mercato europeo da qui al 2030. Il Pentagono ha già interrotto la fornitura e l’invio di materiali, molti dei quali erano destinati ad una struttura per la revisione/manutenzione dei motori P&W F135 in costruzione in Turchia e gestita da personale turco. Attualmente esistono 4 F-35A con le insegne turche che, pur formalmente appartenendo all’Aeronautica di Ankara, possono essere “trattenuti” sul suolo americano per motivi di sicurezza, in base a quanto stabilito dal contratto. Ancora è incerto il destino di tali aerei. Un’ipotesi potrebbe essere quella di acquistarli ed assegnarli all’Air Force. Un’altra soluzione potrebbe implicare il mantenimento dei velivoli e la loro successiva vendita ad uno dei vari Paesi che ha manifestato interesse nell’acquisizione del LIGHTNING II via FMS (Giappone,Grecia e Polonia in primis, con Finlandia e Svizzera in seconda battuta).