RIVISTA ITALIANA DIFESA
Haftar minaccia Sirte ma Tripoli si riarma 20/05/2019 | Pietro Batacchi e Andrea Mottola

Negli ultimi giorni ci sono stati diversi sviluppi, militari e politici, sul fronte libico. Dal punto di vista militare, la novità è rappresentata dalla possibile apertura del nuovo fronte di Sirte, dove le forze fedeli ad Haftar hanno inviato centinaia di unità. Teoricamente, scopo principale di un’eventuale offensiva, sarebbe quella di costringere le milizie misuratine a dividersi, attirandone una parte da Tripoli verso il nuovo fronte di Sirte, o impedendo l’invio di rinforzi da Misurata verso la capitale. Altro probabile scopo sarebbe quello di prendere il controllo della città ed utilizzarla come base d’appoggio costiera per le proprie linee di rifornimento tra Bengasi e Tripoli. Infine, è possibile che, nelle intenzioni di Haftar, ci sia anche quella di utilizzare Sirte come avamposto per un’eventuale offensiva su Misurata. A Tripoli, intanto, la situazione resta fondamentalmente bloccata. Una novità importante riguarda lo schieramento a fianco delle forze del LNA di Haftar della 7ª Brigata Tarhuna dei fratelli Kani che, fino alla fine di aprile, erano rimasti neutrali. Sulla città sono proseguiti i raid di aerei ed elicotteri del LNA, concentrati nell’area meridionale della capitale. Le forze di Haftar restano ammassate tra Garian, Qaser bin Gashir (zona ex aeroporto internazionale) e la parte meridionale di Ain Zara. Sul fronte GNA, invece, va registrata l’ufficializzazione del supporto alle forze di Serraj da parte della brigata Al Samoud, uno dei maggiori gruppi armati misuratini, facente capo a Salah Badi (ex membro del Congresso Nazionale Generale libico soppresso nel 2014, nonostante le sue forti resistenze, nonché uno dei leader dell’operazione Alba libica contro Haftar nel 2014) e guidata sul campo da Ahmed bin Omran. I velivoli del GNA hanno colpito diverse postazioni nelle zone meridionali della capitale (Qaser bin Gashir e Sidi al Sayed) e a nord di Garian. Infine, anche il fronte meridionale rimane caldo. Nella zona di Saba, in particolare nel villaggio di Ghadduwah, Daesh continua le proprie incursioni ai danni dei miliziani del LNA, approfittando del concentramento delle forze sul fronte tripolino e, da alcuni giorni, su quello di Sirte. Negli ultimi giorni si sono registrati anche diversi trasferimenti di armi a favore di entrambe i contendenti, in barba all'embargo sulle armi imposto dall’ONU. In particolare, il GNA ha ricevuto un carico via nave proveniente dalla Turchia comprendente decine di blindati protetti 4x4 KIRPI, prodotti dalla joint venture turco-qatarina BMC, missili terra-aria e missili controcarro, mitragliatrici MG-M1 della bulgara Arsenal e munizioni. Evidentemente il ridimensionamento del dispositivo dell’Operazione SOPHIA, che ha anche il compito di far rispettare l’embargo verso la Libia, sta favorendo favorendo l'afflusso di rinforzi per Serraj. In tale quadro va letta pure la visita del Ministro degli Interni del GNA, Fathi Bashagha (peraltro ex pilota dell’Aeronautica Libica sotto Gheddafi) al salone della difesa turco di IDEF 2 settimane fa, che RID ha documentato in esclusiva. L’LNA, invece, ha ottenuto blindati da trasporto truppe 8x8 AL MARED di produzione giordana. Per Haftar è molto più semplice ottenere aiuti militari via terra attraverso il lungo confine con l’Egitto. Sul fronte politico, oltre ai rispettivi tour diplomatici di Serraj - a Berlino, Londra, Parigi e Roma - e di Haftar – a Parigi e Roma - durante i quali, più che supporti politici concreti alle fazioni in lotta, è emersa una generale richiesta di cessate il fuoco senza condizioni (ma anche senza alcuna condanna all’offensiva del LNA), va segnalato l’incontro del Generale con il Presidente egiziano Sisi e il Generale Abbas Kamel, capo dei servizi egiziani, avvenuto al Cairo lo scorso 9 maggio. Nell’incontro, il Governo egiziano ha confermato il proprio supporto politico e militare ad Haftar.


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