RIVISTA ITALIANA DIFESA
Missioni internazionali: le scelte dell’Italia 16/05/2019 | Pietro Batacchi

E’ giunta finalmente in Parlamento la deliberazione del Governo sulle missioni internazionali per l’anno 2019. Rispetto all’anno scorso non ci sono grandi novità, a cominciare dal finanziamento complessivo che resta attorno ad 1,1 miliardi di euro. Riguardo agli impegni, è confermata la chiusura della missione per la protezione della diga di Mosul in Iraq, missione terminata ufficialmente il 31 marzo, ma prosegue regolarmente la missione per l’addestramento ed il mentoring delle forze irachene e viene mantenuta la componente aerea in Kuwait per il supporto alle operazioni della coalizione internazionale contro ISIS in Iraq nell’ambito dell’Operazione INHERENT RESOLVE. In totale l’Italia mantiene in questo dispositivo circa 1.100 effettivi (per uno stanziamento di 235 milioni di euro), a cui bisogna aggiungere 12 unità operanti nell'ambito della missione addestrativa NATO (NATO Mission in Iraq). In Afghanistan invece, il contingente italiano verrà ridotto a 700 unità entro la fine di luglio, mentre entro l’anno verrà ritirata anche la batteria di missili superficie-aria SAMP-T dalla Turchia. La principale novità riguarda la Tunisia, dove si è deciso di lanciare una missione bilaterale di assistenza e training supportando il Governo locale nella costituzione di 3 comandi, a guida Esercito, per operazioni di contrasto al terrorismo: un comando dislocato a nord (a Jendouba), uno al centro (a Kasserine) e uno a sud (in località ancora da definire). Qualche aggiustamento è stato deciso anche per la missione bilaterale di assistenza in Niger. La forza autorizzata massima è stata ridotta da 470 unità a 290, ma la missione quest’anno andrà a regime, con la realizzazione di una base nazionale in loco e l’impiego di UAV PREDATOR per sorveglianza e ricognizione, e di elicotteri per il training delle forze speciali nigerine ad Agadez. In Europa, vengono confermate tutte le missioni, dall’Air Policing NATO alla partecipazione al dispositivo NATO di deterrenza nell’est in funzione anti-russa (Enhanced Forward Presence). Per quanto riguarda quest’ultimo impegno, 166 uomini sono inseriti nel Battle Group a guida canadese in Lettonia. Il dispositivo italiano è composto da una compagna di fanteria meccanizzata, che si alterna con una compagnia Alpini, dotata di mezzi blindati, mortai, team controcarro, ecc. 


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