RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il summit gallese della NATO 10/09/2014 | Andrea Mottola

Il vertice NATO di Newport, in Galles, è stato da molti definito come il più importante dalla fine della Guerra Fredda. Molte, infatti, le questioni scottanti presenti sul tavolo: dalla crisi ucraina, alla minaccia di ISIL in Iraq e Siria, dalla conclusione della missione ISAF in Afghanistan, alle questioni finanziarie legate ai budget dei paesi membri. In realtà, nonostante le grandi aspettative, non è stato un vertice memorabile in termini di decisioni prese. Riguardo all’ambito finanziario, gli stati membri (appena 5) che attualmente spendono più del 2% del PIL per la Difesa si sono impegnati a mantenere tale quota. Al contrario, i membri la cui spesa per la Difesa è inferiore a tale soglia, si sono impegnati ad interrompere i tagli nel settore e ad aumentare la quota del budget dedicata alla Difesa in proporzione alla crescita del PIL, mirando a raggiungere il limite minimo del 2% entro 10 anni. Inoltre, c’è stato un vago impegno a destinare il 20% del budget al procurement di nuovi equipaggiamenti. Detto questo, si tratta di impegni assolutamente non vincolanti per i paesi membri. Per quanto riguarda la situazione in Ucraina, il vertice non ha partorito una chiara strategia per affrontare la crisi con la Russia. Dopo aver ribadito la volontà di proseguire sulla strada delle sanzioni, come principale mezzo di pressione su Mosca, gli stati membri si sono accordati per la creazione di un fondo di 15 milioni di euro per l’assistenza all’Ucraina comprendente,  soprattutto, la fornitura di equipaggiamenti “non-letali” ed il rafforzamento delle capacità di comando e controllo, intelligence e cyber defense. Per il resto il vertice ha puntato soprattutto a rassicurare i membri NATO dell’area Baltica e dell’Europa centro-orientale, minacciati dalla nuova assertività della Russia sul piano internazionale. Tra le misure concrete prese in questo senso ci sono l’incremento nel numero delle esercitazioni da svolgersi a cadenza regolare nei paesi dell’Europa centro-orientale (Ucraina compresa), la continuazione delle missioni di Air Policing nell’area Baltica ed il preposizionamento di equipaggiamenti e materiali pesanti (carburante, munizioni, mezzi ecc.) in 5 basi dell’area. In aggiunta a tali disposizioni, il vertice ha previsto la creazione di una task force multinazionale rischierabile in 48 ore e composta da circa 4.000 uomini. Riguardo alla situazione in Iraq e Siria e alla minaccia rappresentata da ISIL, la NATO si è detta disponibile a supportare il Governo iracheno qualora lo richiedesse, mentre diversi suoi Paesi si sono impegnati ad entrare in una colazione internazionale in via di formazione per combattere ISIL tramite supporto aereo e la fornitura di armi ed equipaggiamenti alle forze curde e irachene. Infine, riguardo alla conclusione della missione ISAF in Afghanistan, prevista per la fine dell’anno, il vertice ha confermato il supporto dell’Alleanza per le istituzioni afghane e l’avvio, a partire dal 1° gennaio 2015, di RESOLUTE SUPPORT, la missione che rimpiazzerà ISAF, composta da un contingente di 12.000 soldati che dovrebbe restare nel paese per circa 10 anni con compiti di assistenza e consulenza alle forze di sicurezza afgane. L’avvio della missione è, tuttavia, ancora subordinato alla firma del SOFA (Status Of Forces Agreement) con il nuovo Governo del Paese. Per ulteriori approfondimenti sul vertice rimandiamo al numero di ottobre di RID in edicola dal 26 Settembre.


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