RIVISTA ITALIANA DIFESA
Portaerei e B-52 verso il Golfo 09/05/2019 | Gabriele Molinelli

Il Pentagono ha inviato nel Golfo Persico il gruppo da battaglia della portaerei USS ABRAHAM LINCOLN e ha dispiegato 4 bombardieri strategici B-52H ad Ul Udeid dopo aver ricevuto dall'intelligence notizie, ritenute attendibili, di imminenti minacce iraniane contro personale americano in Siria ed Iraq oltre che di rischi per le navi già presenti nel golfo. L'invio di queste unità, inteso a scoraggiare qualunque iniziativa ostile da parte di Teheran, arriva nel momento di massima tensione fra Stati Uniti e Iran dopo il ritiro unilaterale statunitense dal trattato internazionale per il nucleare iraniano e la designazione delle Guardie della Rivoluzione come organizzazione terroristica.

La USS ABRAHAM LINCOLN (CVN-72) era già destinata all'area mediorientale, ma il suo dispiegamento nel Golfo è stato accelerato cancellando una prevista sosta a Split, in Croazia, che sarebbe dovuta durare dal 8 al 11 maggio. Sulla CVN è imbarcato il Carrier Vessel Wing 7 (CVW-7) con 4 squadroni F/A-18E/F SUPER HORNET (VFA-25 “Fist of the Fleet”, VFA-86 “Sidewinders”, VFA-103 “Jolly Rogers”, VFA-143 “Pukin' Dogs”), gli EA-18G GROWLER da guerra elettronica del VAQ-140 “Patriots”, gli aerei AEW E2D HAWKEYE del VAW-121 “Bluetails”, un distaccamento di C-2 GREYHOUND del VRC-40 “Rawhides”, gli MH-60S SEAHAWK dell'HSC-5 “Night Dippers” e gli MH-60R dell'HSM-79 “Griffins”.

La portaerei è scortata da un incrociatore classe TICONDEROGA, l'USS LEYTE GULF (CG-55), e dal Destroyer Squadron 2 (DESRON 2) con 4 caccia classe BURKE, gli USS BAINBRIDGE (DDG-96), GONZALEZ (DDG-66), MASON (DDG-87), e NITZE (DDG-94).

Nel Golfo è già presente l'Amphibious Ready Group della USS KEARSARGE (LHD-3, classe WASP), completato da USS ARLINGTON(LPD-24, classe SAN ANTONIO) e USS FORT MCHENRY(LSD-43, classe WHIDBEY ISLAND), con a bordo la 22nd Marine Expeditionary Unit (MEU).

Non era pianificato, invece, l'invio di 4 bombardieri B-52H del 2nd Bomb Wing della base area di Barksdale, Louisiana, alla base aerea di Al Udeid, in Qatar. La presenza costante di bombardieri pesanti statunitensi nella regione, B-1 o B-52, non è una novità visto che gli squadroni bomber dell'USAF si alternano nel fornire appoggio all'Operazion INHERENT RESOLVE su Siria e Iraq, ma questo particolare pacchetto di velivoli non fa parte del dispositivo connesso alla campagna anti-Daesh.

La tensione fra Stati Uniti e Iran, sempre alta, è andata crescendo esponenzialmente dopo il ritiro unilaterale americano, deciso da Trump sul finire del 2018, dall'accordo sul nucleare, il Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA) del 2015.

In aprile, Trump ha ufficialmente designato il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane (IRGC) come organizzazione terroristica. Nello stesso mese, il Presidente americano ha anche ribadito l'intenzione di irrigidire ulteriormente le sanzioni contro l'export di idrocarburi iraniani, che è il cuore dell'economia del regime di Teheran.

Ieri, il presidente iraniano Hassan Rouhani ha anche annunciato ufficialmente il “parziale” ritiro iraniano dal JCPOA. L'Iran inizierà immediatamente a conservare l'uranio arricchito e l'acqua pesante “in eccesso” rispetto ai termini del trattato, invece di venderli ad altri paesi. Il presidente ha anche lanciato un ultimatum agli altri signatari dell'accordo (Gran Bretagna, Cina, Francia, Germania e Russia) perchè entro 60 giorni vengano rilassate le restrizioni sui settori bancario e degli idrocarburi iraniani. In caso contrario, l'Iran cancellerà i limiti all'arricchimento dell'uranio e riprenderà i lavori nello stabilimento nucleare di Arak. Trump ha risposto immediatamente con l'annuncio di ulteriori sanzioni, questa volta sul settore metallurgico, il più importante campo economico iraniano dopo quello degli idrocarburi.


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