RIVISTA ITALIANA DIFESA
Tensione nei cieli della Cina 08/09/2014 | Giuliano Da Frè

Mentre il mondo è ipnotizzato dall’aggravarsi di conflitti vecchi (Gaza, Siria, Iraq) e nuovi (Libia e Ucraina), sui mari e nei cieli che segnano i sempre più labili confini delle ambizioni geopolitiche cinesi, i giochi di guerra si fanno sempre più pericolosi. A farne le spese, il 19 agosto, stava per essere uno dei fiammanti pattugliatori aeromarittimi americani P-8A POSEIDON, accostato – in modo poco professionale e irresponsabile per ambo le parti, stando al Pentagono – da un caccia J-11 cinese, copia locale del SU-27 russo. L’incidente è avvenuto nei pressi dell’isola di Hainan (che ospita le basi destinate a controllare le zone calde di Paracel e Spratly), ma nello spazio aereo internazionale, sorvegliato dai POSEIDON dopo la proclamazione, risalente allo scorso novembre, della East China Sea Air Defense Identification Zone da parte di Pechino. L’evento ha subito richiamato alla memoria la crisi dell’aprile 2001, quando un velivolo-spia americano EP-3E ARIES II, in volo nella stessa, zona fu affiancato e urtato da un F-8 cinese (poi precipitato con la morte del pilota). Gravemente danneggiato, l’apparecchio americano fu costretto ad atterrare ad Hainan, dove l’equipaggio venne trattenuto per 10 giorni, e l’aereo analizzato a fondo, prima di essere smontato e riconsegnato.

Pochi giorni dopo l’incidente del POSEIDON, mentre Pechino sfidava la politica di contenimento di Obama testando dei missili balistici accreditati di una gittata di 12.000 km e della capacità di sfuggire ai sistemi antimissile, si apriva un fronte considerato da qualche anno “freddo”. Il 25 agosto, infatti, 2 aerei militari cinesi da pattugliamento antisom tipo Y-8FQ (nuova versione specializzata dei trasporti Y-8, copia degli An-12) hanno violato lo spazio aereo di Taiwan, la cui difesa aerea è stata costretta a far alzare in volo 2 caccia per scortare gli intrusi alla porta. “Normale routine”, per entrambi gli incidenti, secondo i comunicati del ministero della Difesa di Pechino, che ha minimizzato l’accaduto, di fatto ignorandolo.


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