RIVISTA ITALIANA DIFESA
IDEF 2019: la Turchia al bivio 01/05/2019 | Pietro Batacchi

Si sta svolgendo in questi giorni, presso il centro Congressi Tuyap di Istanbul, il salone IDEF, tradizionale appuntamento con l'industria della difesa turca e vetrina privilegiata sul mercato centro-asiatico. IDEF, aperto dalla blindatissima visita del Presidente Erdogan, giunge quest'anno in un momento particolarmente delicato per la Turchia e per le sue relazioni con l'Occidente. La questione S-400, con le consegne dei primi sistemi previste per luglio, ha fatto precipitare al minimo le relazioni tra Ankara e gli USA che hanno reagito all'indisponibilità turca a rivedere il procurement del sistema antiaereo russo bloccando il trasferimento degli F-35. Tra l’altro tra S-400 ed F-35 c’è un'incompatibilità tecnica di fondo. Con il sistema antiaereo russo, infatti, il velivolo dovrebbe volare solo in maniera non stealth poiché rischierebbe altrimenti di essere abbattuto considerando che gli Americani non hanno nessuna intenzione di condividerne i codici di identificazione. Ma tant'è, l'attuale leadership della Turchia, capofila in tutto il Medio Oriente dell'Islam politico incarnato dalla Fratellanza Musulmana, non sembra voler mollare su questo punto e, anzi, sta intensificando le proprie relazioni con Mosca. Relazioni che, dopo l'S-400, potrebbero allargarsi anche al settore elicotteristico ed a quello dei caccia da combattimento, laddove, in questo secondo caso, se dovesse realmente naufragare la cooperazione turca sull'F-35, non vi sarebbero alternative se non quella di "andare" su prodotti come il Su-35S o lo stesso Su-57. Vedremo come questa intricata matassa si dipanerà nei prossimi mesi. Per il resto il salone sta dicendo molto sulle intenzioni della Turchia in ambito difesa anche se la crisi economica, con il crollo del valore della lira, sta rallentando i progetti più ambiziosi, a cominciare dalla fregate leggere classe ISTANBUL (MILGEM II). La prima unità è in costruzione e dovrebbe essere varata entro l’anno, ma su questo punto non c’è certezza, mentre le altre 3 al momento non sono finanziate. Resta però evidente la realtà di una crescita del comparto nazionale notevole negli ultimi anni. I numeri lo testimoniano. La Turchia ha ridotto negli ultimi anni la sua dipendenza dall'estero nel settore della difesa dall'80% al 35%, anche se per alcune tecnologie core tale dipendenza continua ad essere importante, e nel 2018 ha esportato poco più di 2 miliardi di euro. Per quest'anno si punta ad un export di 2,5 miliardi con i settori più rilevanti ancora rappresentati da ordigni, missilistica e mezzi terrestri, mentre nel settore aeronautico si fa molta piu' fatica. Per quanto riguarda i prodotti, al salone è stato esposto per la prima volta il mock up del nuovo UAV bimotore tipo MALE ANKA AKSUNGUR, il cui prototipo ha effettuato il primo volo il 26 marzo scorso, ed il prototipo del nuovo carro ALTAY in configurazione di serie T1 di cui verranno prodotti 40 esemplari nell’ambito di un contratto concesso a BMC nel novembre scorso. La TAI ha presentato anche una demo del futuro cockpit virtuale del caccia nazionale di nuova generazione TF-X ed ha riproposto, dopo l’esordio di Farnborough, il mock up del nuovo addestratore/attacco leggero a getto supersonico HURJET. L’azienda conta di effettuare il primo volo con l’HURJET nel 2022, ma considerando che ancor il velivolo è a livello di mockup tale previsione ci sembra particolarmente ottimistica. Del velivolo si stanno studiando le geometrie ed ancora non si ha idea della categoria di peso. Venendo all’Italia in primo piano c’è la presenza di Leonardo. L'azienda di Piazza Montegrappa ha rapporti molto forti e consolidati con la Turchia e con alcuni Paesi dell'Asia Centrale. Uno dei focus principali è in questo momento l'M-346, che potrebbe interessare la stessa Turchia, soprattutto qualora la vicenda F-35 dovesse sbloccarsi e in considerazione delle incertezze legate al progetto nazionale HURJET, ma anche altre realtà della regione. Del Pakistan abbiamo già scritto in passato, ma a ciò bisogna aggiungere il recente interesse dell’Azerbaijan (che ha un requisito per 12 macchine). Non è un caso che nella giornata di oggi l'azienda abbia dedicato un briefing proprio alla IFTS (International Flight Training School) di Galatina, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti delle FA di diversi Paesi. In Turchia c'è in ballo pure il C-27J, ma la relativa gara è stata posticipata e verrà riformulata su nuove basi, mentre le consegne dei 6 ATR-72 TMPA verranno effettuate entro la fine del prossimo anno. Confermata invece la selezione del 76 mm SR, in configurazione single-feeding, per le 4 corvette classe ADA (MILGEM I) che la Turchia ha venduto al Pakistan sulla base di un contratto stipulato lo scorso autunno con S(che fornisce design e integrazione dei sistemi). Tre unità saranno prodotte a Karachi mentre la prima nei cantieri di Istanbul. Per chiudere un accenno anche ad un’eventuale cooperazione tra Italia e Turchia sugli elicotteri da combattimento. Dopo il successo dell’operazione T-129 ATAK, che ha fruttato a Leonardo un notevole introito economico (senza dimenticare il mantenimento del controllo su alcune tecnologie core quali le trasmissioni), non è da escludere pure una cooperazione sul nuovo elicottero d’attacco pesante ATAK 2 con una possibile convergenza tra i requisiti turchi e quelli italiani rappresentati dall'AW-249. Approfondimenti e dettagli su RID 7/19.


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