RIVISTA ITALIANA DIFESA
Truppe Alpine: il corso Mountain Warfare 29/04/2019 | Paolo Valpolini

Trascorrere mesi in attività operativa, lontano dall’Italia o nelle strade delle nostre città, non favorisce certo il mantenimento delle capacità dei reparti specialistici, quando queste non vengono sfruttate nelle specifiche operazioni. Ciò vale per tutti i tipi di reparti, siano essi d’arma base, pesanti o leggeri, siano essi dei supporti. Con il tempo il livello delle capacità si riduce, mettendo a rischio la valenza stessa dei reparti quali pedine in grado di operare in ambienti particolari, o di fornire un apporto qualificato allo strumento militare.

 

Se a ciò si aggiunge l’evoluzione dello scenario globale, può accadere che determinate specialità debbano interrogarsi sul loro futuro, sulla loro evoluzione, adattando di conseguenza dottrina, organica, formazione e addestramento. E ciò può comportare la nascita di nuovi iter formativi e di nuovi corsi dedicati, a seconda dei casi, a un numero più o meno elevato di appartenenti alla specialità. È il caso del corso “Mountain Warfare”, sviluppato dal Centro Addestramento Alpino di Aosta, che è una delle numerose offerte addestrative del Ce.Add.Alp. e che si inserisce in un quadro evolutivo delle capacità delle truppe Alpine.

 

Le considerazioni a monte

 

Il Comando Truppe Alpine di Bolzano sta elaborando un piano evolutivo per le proprie pedine operative, le 2 Brigate Alpine, JULIA e TAURINENSE, al fine di rispondere alle richieste che l’Alleanza Atlantica ha espresso in tema di capacità. In considerazione delle disponibilità finanziarie limitate, il tutto deve tener conto non solo degli aspetti capacitivi ma anche di quelli economici, fornendo proposte possibilmente a “costo zero” o quasi.

Uno degli aspetti chiave espressi nelle proposte di evoluzione è quello di ridare piena autonomia operativa alle compagnie Alpini. Si tratta di fatto di un ritorno alle origini; il Corpo degli Alpini, istituito su progetto del Cap. Giuseppe Perrucchetti il 15 ottobre 1872, nacque su 15 compagnie che solo successivamente furono raggruppate in battaglioni. Una tale organizzazione discendeva dal compito assegnato a quei reparti, la difesa delle valli delle zone alpine, ambiente molto compartimentato nel quale era impossibile impiegare unità consistenti. Uno degli aspetti fondamentali per le truppe che operano in montagna è quello dello spostamento; se è vero che l’elicottero la fa oggi da padrone quando il terreno è difficile, è altrettanto vero che l’aeromobile ad ala rotante non può essere che un moltiplicatore di forze, trasportando uomini, mezzi e materiali in prossimità della zona operativa, e non può certo sostituire le capacità di movimento su roccia e su neve del personale appiedato.

 

L'articolo completo è su RID 5/2019


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