RIVISTA ITALIANA DIFESA
P-72A/ATR-72 MP, molto più di un pattugliatore marittimo 27/04/2019 | Eugenio Po

Il mercato dei pattugliatori marittimi, benché rappresenti una nicchia, sta registrando una buona crescita, legata ad una serie di fattori concomitanti.

Fenomeni quali la pirateria, i flussi migratori ed il contrabbando marittimo hanno spinto molti Paesi a potenziare le proprie capacità di sorveglianza sul mare con un incremento delle macchine ad ala fissa e ad ala rotante destinate a questo ruolo. In parallelo molti degli aerei in servizio, che si sono spesso rivelati fondamentali nelle operazioni di ricerca e soccorso (SAR, Search And Rescue), grazie alle loro doti di velocità e alla loro capacità di condurre missioni molto lunghe, stanno rapidamente raggiungendo (alle volte li hanno già raggiunti, se non addirittura superati) i limiti della loro vita operativa.

 

Per tale ragione, accanto a velivoli molto specializzati (soprattutto nell’ASW) e costosi, come il Boeing P-8A POSEIDON ed il Kawasaki P-1, si sono infatti diffuse numerose soluzioni basate su aerei più piccoli ed economici, sia per quanto riguarda i costi di acquisizione, sia per quanto concerne quelli di impiego e di gestione (a tale proposito si veda anche RID 06/18 pagg. 46-52).

In questo contesto l’ATR-72 MP di Leonardo Velivoli, noto in seno all’Aeronautica Militare come P-72A, rappresenta una soluzione molto interessante da un punto di vista del rapporto tra costi e prestazioni.

In realtà, come vedremo meglio più avanti, la configurazione scelta dall’AM va ben oltre il semplice velivolo per il pattugliamento marittimo e per il SAR: l’aereo dispone infatti di capacità veramente multiruolo. Oltre alle missioni sopracitate, il P-72A offre infatti delle elevate capacità nell’ambito del Comando e Controllo (soprattutto in ambiente marittimo) e della ricognizione elettronica (ELINT): un’insieme di attività che rientrano nell’ambito del C4ISR (Comando, Controllo, Comunicazioni, Computer, Intelligence, Surveillance and Reconnaissance).

 

Il velivolo

 

Il P-72A/ATR-72 MP, che è stato acquisito dall’AM in 4 esemplari, è stato sviluppato e prodotto dalla Divisione Velivoli di Leonardo partendo dalla cellula del turboelica regionale ATR-72-600, ultima evoluzione di una famiglia di aeroplani che, con circa 1.500 macchine (tra ATR-42 ed ATR-72) consegnate nel mondo, rappresenta un vero best-seller della sua categoria. Aerei, gli ATR-42/72, che sono in servizio in ogni angolo del mondo (più di 200 operatori commerciali e militari in oltre 100 Paesi), e quindi dispongono di una rete di supporto e manutenzione adeguata alla loro presenza globale e della quale si possono ovviamente giovare pure gli ATR-42/72 “militari” e "paramilitari".

Per quanto riguarda le caratteristiche del P-72A/ATR-72 MP, pur non volendosi soffermare troppo nella sua descrizione (già trattata in dettaglio su RID 02/10 pagg. 38-45), ci limiteremo in questa sede a sottolineare quelle principali.

La cellula è basata sulla più recente configurazione del velivolo "civile", quindi sulla serie ATR-72-600, che incorpora un nuovo cockpit digitale e nuovi motori turboelica Pratt & Whitney PW127M che azionano eliche a 6 pale Hamilton 568F ad alta efficienza.

I "nuovi" motori sono in grado di fornire una potenza "termodinamica" maggiore del 5% in fase di decollo (massima potenza), cosa che si traduce in un miglioramento delle prestazioni in condizioni ambientali calde/alta quota e/o in una riduzione degli spazi necessari al decollo, nonché in migliori prestazioni in caso di avaria ad un propulsore. L'ATR-72-600, oltre ad avere prestazioni di volo migliorate, può adottare un profilo di avvicinamento relativamente ripido (6o) che permette di operare da piste corte e persino da superfici non pavimentate, innevate o di limitata larghezza (14 m) aumentando enormemente le possibilità di dispiegamento operativo (deployability).

  

L'articolo completo è su RID 5/2019


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