RIVISTA ITALIANA DIFESA
Gli F-35 dell’USAF rischierati in Medio Oriente 16/04/2019 | Andrea Mottola

Dal 15 aprile, 6 F-35A appartenenti al 388th  Fighter Wing e al 419th  Air Force Reserve Fighter Wing di stanza alla Hill AFB sono stati rischierati presso la base emiratina di Al-Dhafra per partecipare alle operazioni nel teatro siriano/iracheno, nell’ambito della Inherent Resolve, nonché a quelle sull’Afghanistan. E' probabile cha ai primi 6 aerei se ne aggiungeranno altrettanti nelle prossime settimane. I piloti provengono dal 4th Fighter Sqn e dal 466th FS della Riserva, con personale di terra proveniente dal 4th Aircraft Maintenance Unit dello Stormo.

Si tratta del primo rischieramento operativo nell’area mediorientale per i LIGHTNING II dell’Air Force, precedentemente rischierati in Europa (RAF Lakenheath nell'aprile 2017) e nel Pacifico (Kadena, nell'autunno 2017). La presenza degli F-35 nel settore mediorientale, tuttavia, non rappresenta una novità assoluta, tenuto conto della partecipazione dei 6 F-35B del VMFA-211 - imbarcati sulla USS ESSEX come parte del dispiegamento operativo della 13ª Marine Expeditionary Unit (MEU) - ad oltre 100 missioni di combattimento effettuate nel Siraq e in Afghanistan tra settembre 2018 e lo scorso febbraio.

Gli F-35A giungono nell’area poco dopo il ritiro dei bombardieri B-1B dalla base qatariota di Al-Udeid, nonché dei caccia F-22 RAPTOR proprio da Al-Dhafra. Questi ultimi sono stati rimpiazzati dagli F-15C EAGLE nei compiti di pattugliamento armato e di mantenimento della superiorità aerea. Tuttavia, dal 2014 i RAPTOR hanno rappresentato un assetto fondamentale per le operazioni di scorta EW ai velivoli d’attacco, nonché di supporto delle formazioni curdo-siriane impegnate nella guerra contro Daesh nell’area occidentale della Siria, zona ad alta concentrazione di sistemi stratificati di difesa aerea integrata russi e siriani. È verosimile ritenere che tali mansioni verranno ora affidate agli F-35A ed alle sue straordinarie capacità di sensor fusion e di piattaforma EW di raccolta e processamento di dati ELINT provenienti da segnali radio o relativi a particolari sistemi radar (leggi S-300, S-400, ma anche di piattaforme EW russe come i KRASUKHA-4), capacità fondamentali per la costruzione di un’immagine “elettronica” relativa alla composizione e all’ubicazione delle difese nemiche. Tali compiti, peraltro, vengono frequentemente svolti dagli F-35I ADIR israeliani nella loro guerra d’attrito contro le postazioni iraniane ed Hezbollah presenti in Siria. Inoltre, all’occorrenza, i LIGHTNING II possono tranquillamente essere impiegati per l’eliminazione di bersagli, come dimostrato dalle sortite effettuate dai Marines contro le postazioni talebane nei mesi scorsi, durante le quali sono state impiegate bombe JDAM GBU-32 da 1000 libbre. Come nel caso dei velivoli dei Marines e degli ADIR israeliani, è estremamente probabile che anche gli F-35 dell’USAF vengano equipaggiati con 4 deflettori radar (lenti di Lunenburg) che incrementano volontariamente la RCS dei velivoli, in modo da “doparne” la segnatura rilevata dai sensori dei radar nemici e prevenendo la raccolta di dati dettagliati riguardo alla loro reale traccia radar.


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