RIVISTA ITALIANA DIFESA
Infuria la battaglia di Tripoli 10/04/2019 | Pietro Batacchi

Il blitz di Haftar contro Tripoli può dirsi ormai fallito. Il Generale puntava sulle debolezze del fronte che sostiene Serraj per prendere in un colpo solo Tripoli e mettere la comunità internazionale di fronte al fatto compiuto, ma la reazione delle forze di Misurata e, in parte, delle milizie tripoline e di Zintan, ha trasformato la puntata delle forze del Generale in una battaglia di attrito a bassa intensità nei sobborghi della capitale. La situazione al momento vede le truppe del Generale, rinforzate dai miliziani della 7ª Brigata dei fratelli Kani di Tarhuna, puntare su Garabulli per cercare di tagliare i collegamenti tra Misurata e Tripoli, mentre dal canto loro le forze fedeli al Governo riconosciuto di Serraj stanno cercando di spingersi verso Gharyan per tagliare in 2 il fronte attaccante isolandolo in 2 sacche. Difficile capire quale dei 2 contendenti prevarrà anche perchè le notizie sono frammentarie e le macchine propagandistiche contrapposte lavorano a pieno regime rendendo estremamente complicato farsi un’idea più precisa. Di sicuro l’azione di Haftar, che nei recenti colloqui dell’ONU si era visto riconoscere il ruolo di futuro Comandante di un eventuale Esercito Libico riunificato, soggetto però al controllo di un organismo civile, ha nuovamente rigettato nel caos della guerra civile la Libia ed il suo destino appare così legato inevitabilmente agli esiti della battaglia di Tripoli. Una battaglia che non sembra preannunciarsi breve e che dipenderà anche dal livello di supporto che gli sponsor esterni dei 2 contendenti Qatar e Turchia, da un lato, ed Egitto, EAU e Arabia Saudita, dall’altro, saranno in grado di garantire, sotto gli occhi dell’Italia e dell’Europa.


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