RIVISTA ITALIANA DIFESA
L’Italia non ritira il contingente in Libia 08/04/2019 | Pietro Batacchi

Fonti della Difesa hanno smentito a RID le voci circolate in mattinata sull’avvio del ripiegamento del contingente italiano in Libia, presente nel Paese attraverso la missione bilaterale MIASIT (Missione Bilaterale di Assistenza e Supporto in Libia ). L’Italia pertanto non segue per il momento l’esempio degli USA che hanno avviato un (parziale…) ritiro dei propri assetti d’intelligence e di forze speciali dal Paese. MIASIT, che ha una forza autorizzata di 400 unità, ha l’obbiettivo di sostenere le autorità libiche nell'azione di stabilizzazione del Paese e nel rafforzamento delle attività di controllo e contrasto all'immigrazione illegale, ai traffici illegali ed alle minacce alla sicurezza. Nel dettaglio i compiti sono i seguenti:

- fornire assistenza e supporto sanitario, garantendo anche la possibilità di trasferire in Italia i pazienti che dovessero richiedere cure altamente specialistiche; 

- condurre attività di sostegno a carattere umanitario e a fini di prevenzione sanitaria attraverso corsi di aggiornamento a favore di team libici impegnati nello sminamento; 

- fornire attività di formazione, addestramento, consulenza, assistenza, supporto e mentoring a favore delle forze di sicurezza e delle istituzioni governative libiche, in Italia e in Libia, al fine di incrementarne le capacità complessive; 

- assicurare assistenza e supporto addestrativi e di mentoring alle forze di sicurezza libiche per le attività di controllo e contrasto dell'immigrazione illegale, dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza della Libia; 

- svolgere attività per il ripristino dell'efficienza dei principali mezzi terrestri, navali e aerei, comprese le relative infrastrutture, funzionali allo sviluppo della capacità libica di controllo del territorio e al supporto per il contrasto dell'immigrazione illegale; 

- supportare le iniziative, nell'ambito dei compiti previsti dalla missione, poste in essere da altri Dicasteri (in particolare Esteri e Interni); 

- incentivare iniziative di capacity building e collaborare al loro sviluppo; 

- effettuare ricognizioni in territorio libico per la determinazione delle attività di supporto da svolgere; 

- garantire un'adeguata cornice di sicurezza/force protection al personale impiegato nello svolgimento delle attività/iniziative previste dalla missione. 

Il contingente comprende: personale sanitario, unità per assistenza e supporto sanitario, unità con compiti di formazione, addestramento consulenza, assistenza, supporto, e mentoring, Mobile Training Team, unità per il supporto logistico generale, unità per lavori infrastrutturali, unità di tecnici/specialisti, squadra rilevazioni contro minacce CBRN, team per ricognizione e per comando e controllo, personale di collegamento presso dicasteri/stati maggiori libici e unità con compiti di force protection. Per quanto riguarda, invece, la situazione sul campo, il blitz del Generale Haftar contro Tripoli al momento è sostanzialmente fallito grazie all’intervento a difesa della capitale delle milizie di Zintan e Misurata – risultate decisive già a settembre 2018 per arginare l'offensiva delle milizie di Tarhouna dei fratelli Kani – e la situazione sembra avviata verso una sorta di stallo. Uno stallo che servirà al Generale per raggruppare le forze e attendere che il fronte filo-Serraj inizi a smottare, come potrebbero anche indicare le dimissioni di oggi di Ali Faraj Qatrani, uno dei Vice di Serraj passato dalla parte di Haftar, ma anche agli attori esterni per giocare le loro carte.


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