RIVISTA ITALIANA DIFESA
Gli F-15 sauditi alla Red Flag 26/03/2019 | Gabriele Molinelli

Alcuni F-15SA sauditi hanno preso parte alla Red Flag 19-2 svoltasi dall'8 al 22 marzo in Nevada, sulla Nellis Air Force Base. I 6 velivoli impiegati sono nuovissimi: appena usciti di fabbrica, non avevano ancora mai lasciato il territorio americano. Sono partiti per raggiungere il loro reparto, il 29° Squadron della base area King Faisal AFB, a Tabuk, solo alla fine dell'esercitazione, in cui hanno volato 98 missioni. Nel 2010 l'Arabia Saudita ha richiesto 84 F-15SA di nuova produzione e la ricostruzione di 70 (poi 68) F-15S esistenti allo stesso standard. I primi 4 velivoli (2 nuovi e 2 ricostruiti) sono stati consegnati in Arabia Saudita nel dicembre 2016 e i due programmi sono tutt'ora in corso.

Gli F-15SA sono, con l'eccezione dei QA ordinati in seguito dal Qatar in 36 esemplari, nessuno dei quali ancora consegnato, gli F-15 più avanzati al mondo e la loro partecipazione all'esercitazione ha dato modo all'USAF di verificare le capacità delle ultime evoluzioni dell'EAGLE. Gli SA si distinguono per l'uso di controlli di volo Fly-by-Wire (primi F-15 ad averlo), radar AESA APG-63(V)3, cockpit interamente digitale con Helmet Mounted Cueing System, nuovo sistema di guerra elettronica di tipo digitale e avvisatore di allarme anti-missile avanzato. Gli SA hanno un'enorme capacità di trasporto armamenti grazie alla ricomparsa dei piloni subalari esterni che erano stati eliminati dai precedenti F-15 per problemi di stabilità. Il risultato sono 11 punti d'attacco esterni contro i tradizionali 9 degli STRIKE EAGLE. I velivoli sono anche equipaggiati di IRST, nello specifico l'AN/AAS-42 TIGER EYES, integrato nel pilone (sotto la presa d'aria sinistra) che sostiene il pod d'acquisizione bersagli SNIPER di Lockheed Martin. Gli SA sono stati visti volare negli USA con configurazioni di carico particolarmente pesanti, fra cui una con 12 AIM-120 AMRAAM. Boeing offre dei piloni modificati (Advanced Missile and Bomb Ejection Rack, AMBER) che potrebbero portare il carico a ben 22 AMRAAM.

Proprio il ruolo di “camion da missili” potrebbe essere parte del futuro dell'F-15 nell'USAF: la sua capacità di trasportare grandi pesi e volumi potrebbero renderlo un arsenale volante (anche armato con i nuovi missili ipersonici) per supporto ai velivoli stealth, le cui stive hanno una capienza forzatamente più limitata.

Il budget 2020 del Pentagono ha aggiunto l'acquisto di 8 F-15EX per l'USAF, avviando un nuovo programma che proseguirebbe poi al ritmo di 18 ordini l'anno almeno fino al 2024 (80 velivoli per 7,85 miliardi di dollari) e potenzialmente oltre, fino ad un totale di 144, per rimpiazzare i vecchi F-15C/D esistenti. L'F-15EX, se l'acquisto sarà effettivamente autorizzato, sarà un'ulteriore evoluzione del QA per il Qatar, quindi con cockpit rinnovato con nuovo HUD e grande schermo touch, migliorato con capacità esclusive USAF fra cui suite software 9.1 e sistema di autoprotezione avanzato Eagle Passive Active Warning and Survivability System (EPAWSS). Tutti i velivoli saranno biposto ma impiegabili anche da pilota singolo, a seconda della missione.

Ricordiamo che sono in corso programmi per l'aggiornamento capacitivo di 218 F-15E STRIKE EAGLE (Advanced Display Core Processor, EPAWSS, radar AN/APG-82(v)1 e altri) e 146 F-15C/D.

L'USAF ha già chiarito che la richiesta ha avuto origine al Pentagono, non allo stato maggiore dell'Aeronautica, che nella consueta lista delle “priorità non finanziate” ha invece prontamente inserito 12 F-35A.


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