Ad Amendola il futuro è già arrivato. La base aerea più grande d’Italia ospita il 32º Stormo, un reparto che nell’arco di pochi anni ha cambiato pelle, trasformandosi in un vero e proprio polo tecnologico dove si parla di digitalizzazione, capacità di calcolo, connettività e datalink, e dove concetti che altrove possono sembrare quasi avveniristici, come l’Intelligenza Artificiale, la Realtà Virtuale e la Cybersecurity, sono entrati prepotentemente a far parte della normale attività operativa.
Al termine di quello che è stato un percorso evolutivo iniziato ormai 15 anni fa, il 32º Stormo offre oggi al Sistema Paese, 2 finestre sul futuro: la prima rappresentata dagli APR (Aerei a Pilotaggio Remoto) o “droni” (per usare un termine diffuso in ambito civile, ma mal digerito da chi con questi sistemi lavora tutti i giorni) e la seconda, quella di più recente acquisizione, rappresentata dai velivoli di 5ª Generazione. Due realtà molto complesse ed apparentemente molto “distanti” l’una dall’altra, ma che hanno invece molti punti in comune, e che non a caso convivono nell’ambito dello stesso reparto.
Perchè l’F-35
Il requisito che ha portato l’Aeronautica Militare nel programma F-35 era di disporre di nuova generazione di velivoli da combattimento con caratteristiche di LO (Low Observability – Bassa Osservabilità) e performance simili o superiori ai velivoli di 4ª Generazione, in grado di trasportare (internamente – per preservare la bassa osservabilità) un carico pagante significativo, in ambienti considerati inaccessibili a qualsiasi piattaforma non stealth. Velivoli che fossero dotati di un’avionica molto avanzata e completamente integrata, con connettività garantita da molteplici datalink e con capacità di targeting ad elevata distanza e precisione. “Gli scenari che avevano dettato lo sviluppo e l’impiego dei mezzi delle generazioni precedenti di velivoli sono radicalmente cambiati. Oggi un aereo da combattimento deve garantire la superiorità aerea e al tempo stesso collezionare informazioni e distribuirle tempestivamente ad un network di decisori. E per farlo deve disporre di una capacità di calcolo superiore, di una totale fusione dei sensori e di strumenti per supportare operazioni netcentriche”, ha inziato così la sua chiacchierata con noi il Comandante del 32º Stormo, Col. Davide Marzinotto. Ormai si parla di Strategic Awareness che i combattenti sono in grado di conseguire solo grazie all’Information Superiority, ovvero al vantaggio operativo che deriva dalla capacità di raccogliere (Intelligence Gathering), processare e distribuire (Information Sharing) contenuti informativi ad alto valore. In tal senso, la “stealthiness” è un elemento indispensabile. Dal punto di vista operativo, la bassissima osservabilità radar permette al velivolo di entrare in area e collezionare moltissimi dati, sopravvivendo dove un qualsiasi altro velivolo “legacy”, 4ª Generazione o precedente, non potrebbe. “La LO è un sistema nei sistemi.
L'articolo completo è su RID Numero 4 2019