RIVISTA ITALIANA DIFESA
Training e simulazione secondo Leonardo Elicotteri 25/03/2019 | Eugenio Po

Gli elicotteri, così come tutti i velivoli ed i sistemi d'arma, sono diventati sempre più complessi e costosi. Nonostante tutti gli sforzi ed il supporto dell’elettronica, i carichi di lavoro per pilota, copilota (e, in generale, per l’equipaggio) sono cresciuti: se infatti gli “ausili avionici” possono aver semplificato la gestione dell’elicottero in “condizioni normali”, è comunque complessivamente aumentato il ruolo dell’uomo (per la presenza di una sensoristica sempre più sofisticata ed anche, talvolta, di sistemi d’arma più complessi rispetto al passato).

Una conseguenza di questa tendenza è stata quella dell’incremento del costo delle attività addestrative, poiché elicotteri più complessi significano anche un maggior numero di ore di training; nel mondo militare ciò si traduce anche in esercitazioni molto articolate (e quindi dispendiose) che coinvolgono contemporaneamente moltissimi “attori” (navi, aerei, centri di comando e controllo, ecc.).

Riuscire dunque a fare attività addestrativa in modo efficace e allo stesso tempo economico risulta fondamentale sia per le aeronautiche militari che per gli operatori civili.

Il ricorso sempre più massiccio ai simulatori di volo ha permesso di soddisfare questo tipo di esigenza coniugando un training sempre più efficace con costi più contenuti rispetto all’impiego di macchine “vere”. Intanto, anche il mondo della simulazione destinata al training si è evoluto enormemente: oggi esistono infatti sistemi come i Full Flight Simulator Level D che sono in grado di replicare in tutto e per tutto il comportamento di volo e pure le peculiarità di quello specifico modello di elicottero. Tale tipo di simulazione è talmente realistico che un’ora di training su questo tipo di simulatore viene equiparata, a livello certificativo, ad un’ora di volo reale. Tuttavia, con la crescita delle caratteristiche dei simulatori sono aumentati anche i costi per ora di volo; la tendenza è dunque quella di utilizzare un ventaglio ampio di sistemi a partire da soluzioni che sono poco più che videogame, passando per i simulatori procedurali, fino ad arrivare ai citati Full Flight Simulator Level D. Trovare il mix giusto tra tutti questi tipi di apparati non è facile e soprattutto quasi nessuna aeronautica militare (neppure quelle dei Paesi più importanti) e tantomeno nessun grande operatore civile possono permettersi di disporre di tutti questi tipi di sistemi. Oggigiorno i bilanci della Difesa sempre più risicati rendono veramente difficile riuscire a mettere in piedi grandi centri di addestramento: in più, anche qualora la cosa risultasse possibile, è sempre molto concreto il rischio di “sprecare” le risorse utilizzando solo parzialmente i simulatori (che andrebbero invece impiegati in maniera “intensiva” per ammortizzare i notevoli capitali investiti per la loro acquisizione).

Per tali ragioni da anni si sono diffuse soluzioni “chiavi in mano” con le quali aziende specializzate curano l’addestramento dei piloti e di tutto il personale legato al volo (copiloti, operatori dei sistemi, manutentori ecc.) sotto forma di un sevizio (in pratica, un pacchetto completo) offerto ai diversi operatori civili e militari (cosa che svincola questi ultimi dalla gestione del training, un’attivita spesso estranea al loro “core business”).

Negli ultimi anni la Divisione Elicotteri di Leonardo (ex AgustaWestland) ha affinato le proprie capacità in questo settore non solo con lo sviluppo di simulatori di volo (e di missione), ma pure con la realizzazione di nuovi applicativi software e soprattutto con l’offerta di pacchetti addestrativi “chiavi in mano” adatti ad ogni esigenza. Soluzioni e capacità che sono andate ben al di là del perimetro del Simulation and Training come abbiamo potuto osservare di persona nel corso della nostra recente visita alla struttura di Sesto Calende (VA) riscontrando molti cambiamenti rispetto al nostro precedente sopralluogo effettuato all’inizio del 2014 (vedi RID 04/14 pagg. 48-51).

 

L'articolo completo è su RID Numero 4 2019


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