RIVISTA ITALIANA DIFESA
Crisi indo-pakistana e potenza aerea 27/02/2019 | Giuliano Da Fre' e Gabriele Molinelli

Sebbene la parola sia già passata alle forze di terra, 24 ore dopo il raid aereo indiano sui campi di addestramento jihadisti presso Balakot, è l’impiego degli assetti aeronautici a dare la misura dello scontro tra le 2 potenze nucleari asiatiche. Nel conflitto del 1965 la PAF pakistana prevalse grazie all’addestramento dei piloti, all’impiego dei caccia F-86 SABRE armati di missili aria/aria, e al supporto USA; nel 1971 la IAF indiana ebbe successo sul rivale grazie al rapido riequipaggiamento che affiancava al materiale occidentale quello sovietico di ultima generazione. Nel 1999 solo la IAF fu impiegata, in maniera limitata, durante la cosiddetta Kargil War, mostrando sia limiti sia potenzialità. Oggi l’India può contare su oltre 1.700 velivoli, quasi tutti di 4a generazione, anche avanzata: la flotta principale di compone di quasi 250 Su-30MKI, sofisticata versione customizzata del potente intercettore russo in produzione su licenza dal 2002 per sostituire i datati MiG-21 aggiornati negli anni ’90 allo standard BISON e ormai “di seconda linea”. Proprio un BISON è stato abbattuto il 27 febbraio dai caccia pachistani, e il suo pilota, il Wing Commander Abhinandan Varthaman, è stato catturato. Secondo l'India, il BISON avrebbe abbattuto un velivolo pachistani dopo essere intervenuto per sventare una tentata penetrazione dell'Aeronautica rivale oltre la Linea di Controllo. 

Tra 2019 e 2024 entreranno in servizio anche i 36 RAFALE ordinati, unico frutto sinora dell’ambizioso programma MRCA (o MMRCA, per Medium Multi-Role Combat Aircraft) per 126 apparecchi, col quale si mirava a mandare in pensione anche i MIRAGE-2000H/I. Sono stati proprio questi ultimi i protagonisti del raid del 26 febbraio, così come della guerra di Kargil, che ne ha ispirato l'aggiornamento allo standard I che ha introdotto nuovi radar Thales RDY 2, missili aria-aria MICA, suite di guerra elettronica migliorata, capacità ognitempo avanzata e un moderno glass cockpit con nuovi display. L'aggiornamento per 51 velivoli è stato avviato nel 2011, ma dopo i primi 4, modificati in Francia, il programma è stato rallentato dalla decisione di affidare alla nazionale HAL l'aggiornamento dei rimanenti 47. Per il raid del 26 febbraio sarebbero state impiegate bombe plananti a guida GPS SPICE dell'israeliana Rafael.

L'India schiera anche tre Squadroni equipaggiati di MiG-29UPG e sta trattando l'acquisto di ulteriori 21 velivoli per formarne un quarto.

L'India rimane un grande utilizzatore del Sepecat JAGUAR, altro prezioso assetto d’attacco più volte aggiornato. Ben 118 velivoli dovrebbero essere aggiornati, ma HAL sta procedendo con enorme lentezza con l'upgrade chiamato DARIN-III. La lista degli upgrade è impressionante: missili aria-aria ASRAAM, radar AESA EL/M-2052 dell'israeliana Elta, nuovi motori F-125IN di Honeywell, integrazione di missili aria-aria Beyond Visual Range, missili anti-radar, cruise, bombe guidate e relativi pod di puntamento. Intanto rimangono ancora anche degli ormai superati MiG-27: gli ultimi ML sono stati dismessi nel 2017 ma rimangono due squadroni di velivoli aggiornati localmente allo standard UPG, che si intende comunque progressivamente pensionare entro il 2024.

Accanto al già citato MRCA, anche il programma congiunto con la Russia per un caccia pesante di 5a generazione, il Fifth Generation Fighter Aircraft (FGFA), che sarebbe stato basato sul Sukhoi Su-57, è finito piuttosto bruscamente nel 2018 a causa di insanabili contrasti su contenuti tecnologici e quote di lavoro, anche se l'India non esclude l'acquisto di alcuni Su-57 “base” da studiare.

Prosegue invece lo sviluppo di un caccia nazionale “stealth”, bimotore e a due timoni, avviato nel 2009 e noto come Advanced Medium Combat Aircraft e che dovrebbe vedere un prototipo in volo nel 2025, anche se è lecito avere dubbi. Ad Aero India 2019 l'IAF ha lasciato intendere che pensa ad almeno 127 AMCA, sostituendo letteralmente 1 a 1 gli FGFA che si era sperato di acquisire. L'FGFA sarebbe dovuto essere un passo evolutivo verso un caccia stealth nazionale, ma ora tutte le speranze sono appuntate sull'AMCA.

Prosegue anche il travagliatissimo programma indigeno per il caccia multiruolo TEJAS (vedi RID 03/2019), che proprio in questi giorni ha visto il futuro sviluppo TEJAS Mk2 diventare ufficialmente un delta-canard e crescere dimensionalmente tanto da passare da Light a Medium Combat Aircraft.

C'è poi un nuovo requisito, lanciato inizialmente nel 2016 per soli monomotori e poi aperto anche ai bimotori, per 110 caccia. Di fatto, una nuova edizione dell'MMRCA, per cui Lockheed Martin ha, pochi giorni fa, presentato il “nuovo” F-21, ovvero un F-16 Block 70 indianizzato e da produrre in India insieme a Tata.

Nel frattempo, la IAF ha rafforzato le sue capacità di supporto con nuovi aerei radar (nel 1971 esordì in guerra con un T-126 MOSS prestato da Mosca) EMB-145 NETRA, che affiancano i 3 più datati Beriev A-50EI che sono stati riequipaggiati con radar israeliano EL/W-2090. Sono stati aggiunti anche velivoli da guerra elettronica SIGINT/ELINT e da Aero India 2019 giungono notizie dell'intenzione di acquisire un Raytheon SENTINEL da sorveglianza radar del campo di battaglia, simile a quelli della Royal Air Force britannica. Altri 4 dovrebbero seguire, equipaggiati però con sensori sviluppati in India con assistenza americana.

L'India impiega 6 aerocisterne Il-78MKI, e in gennaio ha emesso (per la terza volta, sarà quella buona?) un requisito per ulteriori 6 velivoli, con l'Airbus A330 MRTT visto come favorito (già selezionato due volte, ma con l'ordine poi collassato prima della firma del contratto).

La linea addestrativa – rivelatasi inadeguata a fronte della rapida espansione quantitativa e qualitativa della flotta - è stata rafforzata nell’ultimo decennio con 106 HAWK Mk-132 (più altri 16 per l'Aviazione di Marina) e Pilatus PC-7 Mk-II. HAL, che ha prodotto su licenza tutti gli HAWK meno i primi 20, li sta "indianizzando" e c'è interesse per farne aerei da attacco leggero integrando diversi armamenti, fra cui missili ASRAAM alle estremità alari e bombe guidate. L'ipotesi di integrarvi l'MBDA BRIMSTONE 2 è stata a sua volta ventilata. Separatamente a questa versione "I" dell'HAWK, BAE e HAL hanno collaborato allo sviluppo della versione caccia leggero dell'HAWK, l'ADVANCED, presentato nel 2017 ma che finora non ha vinto ordini. 

La componente da trasporto sta ricevendo C-130J (12 ordinati ma uno perso in un incidente) e C-295 (56 per l'IAF e 6 per la Guardia Costiera, con 46 velivoli da produrre in India presso stabilimenti Tata) e nel marzo 2018 si è assicurata un undicesimo C-17, comprando l'ultimissimo esemplare costruito da Boeing, in consegna quest'anno. Anche il comparto ala rotante è in fase di completo rinnovamento, con 15 CHINOOK CH-47F e 22 velivoli da attacco AH-64E APACHE in consegna. Non va inoltre dimenticato che l’India può contare su capacità di proiezione aeronavale, con la portaerei VIKRAMADITYA, in servizio dal 2013, equipaggiata con un massimo di 24 moderni MiG-29K multiruolo. La Marina dispone di 45 MiG-29 in totale, e una seconda portaerei è in costruzione. Esiste già un requisito per 57 ulteriori caccia imbarcati da selezionare, anche in vista della costruzione di una terza portaerei, più grande e dotata di catapulte (le attuali sono del tipo “ibrido” STOBAR, con Ski Jump e cavi d'arresto). Del TEJAS Mk2 dovrebbe emergere anche una versione da portaerei.

Sul piano dei numeri la PAF non ha mai potuto competere (si veda RID 2/2019), sebbene la perdita del Pakistan Orientale ne abbia migliorato la situazione strategica. I pachistani puntano a mantenere una componente sofisticata, oggi incentrata sugli F-16 (uno dei quali sarebbe stato abbattuto il 27 febbraio), con 45 esemplari tra A/B degli anni ’80 aggiornati agli standard più avanzati, e C/D Block-52+ consegnati nel 2007-2010 assieme a missili SIDEWINDER e AMRAM di ultimo modello, bombe guidate JDAM e PAVEWAY-2 e pod di designazione bersagli SNIPER. Quasi 300 tra MIRAGE III e -5, aggiornati tra 1995 e 2010, e rustici Chengdu F-7P, copia cinese del MiG-21 costruita in più lotti tra 1987 e 2003 e in parte riequipaggiati con radar GRIFO di Leonardo, vengono usati per fare numero e supportare gli assetti più moderni e “pregiati”. Per rimpiazzare questa massa di velivoli, dal 2007 viene prodotto il più sofisticato caccia multiruolo di 4a generazione JF-17 THUNDER, mentre resta sul tappeto l’acquisto di un aereo di generazione 4.5/5a. Impiegabili anche come aerei da appoggio tattico sono gli addestratori avanzati cino-pakistani K-8 KARAKORUM, velivolo sviluppato negli anni ‘90. Tra il 2009 e il 2014 le componenti di supporto hanno ricevuto 4 aviocisterne Il-78MK e 8 aerei radar moderni, suddivisi tra piccoli e sofisticati Saab-2000 AEW ERIEYE e più grandi ZDK-03 cinesi. Restano ancora da modernizzare la linea da trasporto, incentrata su 16 C-130B/E, e quella da guerra elettronica, mentre la piccola componente ad ala rotante – il grosso degli elicotteri è impiegato dall’Esercito – può contare su 16 recenti Mi-171. La difesa aerea, entrata in funzione in questi giorni, è stata rinnovata con radar americani (nel 2008 sono stati acquistati 6 apparati AN/TPS-77 di Lockheed Martin) e cinesi, e con 10 batterie SAM SPADA-2000Plus consegnate dall’Italia nel 2010-2013, complete di 200 missili.


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