RIVISTA ITALIANA DIFESA
Le operazioni Francesi in Africa 27/02/2019 | Guido Olimpio

 

Un tridente a caccia di terroristi: intelligence, arma aerea e uomini sul terreno. E’ così che la Francia ha eliminato dei bersagli di alto valore nella regione del Sahel e, se sono corrette alcune indiscrezioni, anche in Siria. Attività che hanno messo fuori combattimento personaggi legati alla nebulosa jihadista che, nelle zone africane, si mescola spesso a trafficanti d’ogni cosa.

Il 21 febbraio – secondo quanto rivela il sito Menastream – i francesi avrebbero ucciso in Mali un comandante estremista ricercato da tempo: Seifallah Ben Hassine, noto come Abu Iyad al Tunisi, il fondatore di Ansar al Sharia. Il suo nome è stato accostato a numerosi episodi criminosi e attacchi avvenuti in Tunisia, come omicidi di esponenti politici e assalti.

Questo ideologo era un capo con grande influenza, ed era quindi ricercato dalle forze di sicurezza. Per sottrarsi alla cattura, Hassine si era spostato prima in Libia, quindi più a sud, rifugiandosi presso le falangi di Al Qaeda nel Maghreb islamico. In base ad una prima ricostruzione è stato scovato a El Aklè, 300 chilometri a nord ovest di Timbuctu.

Nella medesima incursione è stato eliminato Yahya Abu al-Hammam, numero due del gruppo JNIM, ossia la Jama’ah Nusrat al Islam wal Muslimin, un'organizzazione militante diffusa in tutto il Maghreb e branca maliania di Al-Qaeda dopo che i suoi membri hanno giurato fedeltà ad Ayman al-Zawahiri, successore di Osama Bin Laden.

Un comunicato ufficiale dello Stato Maggiore francese sostiene che la ricognizione aerea – un drone MQ-9 REAPER in volo da Niamey in Niger – ha individuato una formazione di tre veicoli ed ha passato le relative coordinate ad un team misto composto da unità scelte motorizzate e squadre a bordo di elicotteri. Questi elementi hanno intercettato il convoglio e hanno eliminato i terroristi nel corso di uno scontro a fuoco.

Un paio di giorni dopo sono stati i caccia MIRAGE 2000, decollati dal Niger, a distruggere una piccola colonna di mezzi a Dialoubè, a nord di Mopti, sempre nel Mali. Anche in questo caso i portavoce hanno sottolineato l’impiego di un REAPER, ormai un assetto irrinunciabile per il pattugliamento delle immense regioni africane in cui agiscono le forze francesi, paragonabili per estensione all'intera Europa. I bersagli appartenevano al Fronte di liberazione di Macina, un gruppo (o “katiba”, per i militari francesi) affiliato a JNIM. La serie di strikes ha coinciso con la visita nella capitale maliana del premier francese Edouard Philippe.


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