RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il Cantiere Navale Vittoria cresce e si espande 28/02/2019 | Eugenio Po

Il Cantiere Navale Vittoria di Adria ha chiuso il 2018 con un fatturato di 28 milioni di euro ed un risultato operativo lordo (EBITDA) di un milione di euro. Ma è sul versante delle commesse che il cantiere della provincia di Rovigo può vantare i risultati più interessanti, essendosi aggiudicato il programma per un Offshore Patrol Vessel (OPV) da 1.800 t di dislocamento e 74,8 m di lunghezza destinato alle Forze Armate maltesi. Si tratta di un contratto che da solo vale oltre 48,5 milioni di euro e concorre, insieme ad altre commesse sulle quali torneremo più avanti, ad un portafoglio ordini da oltre 150 milioni di euro.

La favorevole situazione delle commesse e le buone prospettive per il futuro portano i vertici dell’azienda, a partire dal Presidente Luigi Duò, a manifestare un cauto ottimismo stimando, per il 2019, un fatturato di 55 milioni di euro (con un'incidenza dell’export che dovrebbe essere di oltre il 75%), di 60 milioni e di oltre 60 milioni rispettivamente per il 2020 ed il 2021. Secondo le previsioni anche l'EBITDA dovrebbe aumentare, attestandosi su 3 milioni nel 2019 e su 4 milioni sia nel 2020 che nel 2021.

Tornando al vero “colpo grosso” del 2018, e cioè all’OPV per le Forze Armate maltesi, che lo hanno designato P-71, questo grande progetto ha fatto fare il salto di qualità al Cantiere Navale Vittoria proiettandolo nell’arena della realizzazione di unità decisamente più grandi rispetto a quelle che fanno tradizionalmente parte del suo portafoglio prodotti.

Questa commessa, che l’azienda italiana si è aggiudicata la scorsa estate (firmando il contratto ad ottobre del 2018), è arrivata grazie ad un’offerta che univa buone prestazioni ad un prezzo competitivo, battendo altre 10 grandi realtà europee e mondiali. Solo nella fase finale della gara (che prevede anche 2 anni di supporto logistico integrato) la proposta vincente del Cantiere Navale Vittoria si è trovata in competizione contro 2 veri “colossi” del settore come gli olandesi del gruppo Damen (una realtà con un fatturato di circa 4 miliardi di euro) ed i britannici di Babcock (una società che ha un fatturato di oltre 50 miliardi).

Tornando al P-71, l’OPV è caratterizzato da un design decisamente avanzato: le linee di carena sono state progettate da Cintranaval e riprese da quelle dell’OPV RIO SEGURA della Guardia Civil spagnola: il concorso prevedeva infatti l’impiego di uno scafo dal disegno già maturo. L’unità, che è lunga quasi 73 m, larga 13 m ed ha un’immersione di 3,8 m, avrà un dislocamento a pieno carico di 1.800 t. La propulsione della nave sarà piuttosto sofisticata in quanto di tipo CODLOD (COmbined Diesel eLectric Or Diesel) e sarà incentrata su 2 motori diesel (da 5.440 kW ciascuno) collegati meccanicamente, tramite riduttori, agli assi ed alle eliche e da 2 motori elettrici alimentati da 3 diesel generatori (da 600 kW ciascuno).

Il P-71 potrà raggiungere una velocità massima di oltre 20 nodi, utilizzando i soli motori diesel principali, mentre per le andature economiche in crociera (fino a 12 nodi) sarà possibile far ricorso ai 2 motori elettrici che sono collegati anch’essi ai riduttori mediante una presa di forza (in tale modalità i motori diesel principali vengono scollegati dai riduttori).

L’equipaggio è di 48 uomini e donne, ma sull’OPV c’è spazio per altre 20 persone.

La nave dispone a poppa di un ampio ponte di volo che è in grado di accogliere (ed anche rifornire) gli elicotteri AW-139 delle Forze Armate maltesi. Inizialmente era prevista l’installazione di un hangar telescopico al quale Malta ha dovuto rinunciare, per motivi di budget (restano comunque tutte le predisposizioni). Nell’area di poppa, sotto il ponte di volo, è collocato uno scivolo per la messa in mare ed il recupero di RHIB veloci (hanno una velocità massima di 40 nodi) da 9,1 m di lunghezza. Sempre sotto il ponte di volo possono trovare posto anche 2 shelter ISO 20, mentre un secondo RHIB da 9,1 m è collocato in uno “sguscio” posto in una stazione laterale, a dritta, appena più avanti del ponte di volo. Tale imbarcazione può essere messa in mare e recuperata mediante un’apposita gru.

 

L'articolo completo è su RID Numero 3 2019


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