Lo stabilimento di Nerviano ha una storia lunga ed una grande tradizione alle spalle. Il suo nome è legato a quello dell'azienda Filotecnica Salmoiraghi, nata nel lontano 1865 ed entrata a far parte del gruppo Fincannica nel secondo dopoguerra. Tra il 1970 ed il 1972, le attività della Salmoiraghi confluiscono in Aeritalia (1) e nel 1992 Nerviano diventa uno degli stabilimenti di Alenia Difesa (Divisione Sistemi Avionici ed Equipaggiamenti). Negli anni duemila è il tempo di Galileo Avionica e delle SELEX, fino al 2013, e poi della "grande" SELEX, ovvero SELEX ES. Con Leonardo, la storia di Nerviano prosegue inizialmente come stabilimento della Divisione Sistemi Avionici e Spaziali e ora come stabilimento della Divisione Elettronica. Ma allo stabilimento di Nerviano è legato anche un altro storico nome dell'industria della difesa italiana, ovvero quello della FIAR. La FIAR viene infatti acquisita (78%) tra il 1998 ed il 2000 e Finmeccanica ne concentra le attività proprio a Nerviano, spostandole da Milano.

Lo stabilimento di Nerviano oggi ha una superficie di 140.000 m2, di cui 42.000 coperti, ed occupa oltre 900 persone, di cui circa la metà attive nel business radaristico. Le attività riguardano lo sviluppo e la produzione di radar aeroportati di controllo del tiro e sorveglianza, di sistemi IRST (Infra Red Search and Track) e di altri apparati avionici. Lo stabilimento è inoltre un centro di eccellenza per la realizzazione di schede elettroniche. A queste attività bisogna poi aggiungere quelle nel campo spaziale, che riguardano la realizzazione di equipaggiamenti di diverso tipo quali moduli di alimentazione, orologi atomici, antenne solari e bracci robotici (2). Le attività di Nerviano vengono completate poi da quelle dello stabilimento di Palermo, che occupa circa 100 persone e che si specializza essenzialmente in microelettronica e alimentazione dei TWT (Travelling Wave Tube), ma le cooperazioni e le sinergie sono ovviamente forti pure con gli stabilimenti del gruppo a Firenze-Campi Bisenzio e ad Edimburgo.

L'articolo completo è su RID Numero 3 2019