RIVISTA ITALIANA DIFESA
IDEX 2019: al via con il botto 17/02/2019 | Pietro Batacchi

Ha preso avvio oggi, nella consueta cornice dell' Abu Dhabi Naional Exhibition Center (ADNEC), la quattordicesima edizione di IDEX e la quinta dell'annessa mostra navale, NAVDEX. Il salone cade in un momento molto delicato per la regione e per gli EAU, in particolare. La guerra civile in Yemen macina risorse e lo strategico porto di al-Hudaydah, che costituisce la principale fonte di approvvigionamento dall’esterno per i ribelli sciiti Houthi, non è stato conquistato dalle forze della coalizione a guida saudita che da diversi mesi hanno lanciato un’offensiva contro la città. Del resto la colazione “alleata” è parecchio variegata e contiene un po' di tutti. Da milizie locali, che alle volte si scontrano tra loro, militari e miliziani sudanesi, miliziani colombiani, legioni di contractors occidentali, regolari sauditi ed emiratini (pochi per la verità) ecc. Non è un caso che l’ospite d’onore oggi alla prima sia il Presidentissimo ceceno Ramzan Kadyrov, rigorosamente in abiti...tattici…, i cui mercenari hanno da sempre parecchio mercato, Yemen compreso.Gli EAU, pur essendo parte della colazione, lo sono però a modo loro e con interessi loro. Alimentano lo storico separatismo del sud del Paese e guardano alla creazione nella regione di una sfera di influenza autonoma (visto che i rapporti con il vicino saudita sono spesso di cooperazione/competizione), in parte necessaria a sostenere lo sforzo bellico in Yemen ed in parte ad esaltare il proprio ruolo di hub logistico-commerciale con al centro la mega area portuale di Jebel Ali a sud di Dubai. In questo quadro, a partire dal 2015, gli EAU hanno rafforzato massicciamente la propria presenza in Eritrea e Somaliland, ma anche nel Puntland. In Eritrea, è stato sottoscritto un accordo con il Presidente Isaias Afewerki per l’affitto di una parte del porto di Assab e la costruzione di una base militare provvista di pista idonea ad operare velivoli di grosse dimensioni ed in grado di ospitare circa 1.500 uomini. In più occasioni, immagini satellitari hanno documento la presenza di caccia MIRAGE-2000, trasporti C-130 e C-17, elicotteri CHINOOK e APACHE, ma anche di mezzi terrestri – carri LECLERC e IFV BMP-3, e navi (corvette BAYNUNAH e mezzi da sbarco). In Somaliland, nel 2017 gli UAE hanno ufficializzato la sottoscrizione di un accordo identico a quello sottoscritto con l’Eritrea che prevede la costruzione di una base militare, molto simile a quella di Assab, presso il porto di Berbera. Anche in questo caso, il trattato prevede una concessione di 25 anni, periodo nel quale il Governo emiratino si è impegnato alla ricostruzione delle infrastrutture viarie sia urbane sia di collegamento tra Berbera e Hargeisa, alla ristrutturazione del porto di Berbera tramite investimenti pari a 440 milioni di dollari e alla realizzazione di progetti nel settore turistico e della sanità. Infine, il Puntland ha sottoscritto con gli EAU un accordo per la ricostruzione del porto di Bosaso e per l’addestramento della Puntland Maritime Force, una sorta di Guardia Costiera locale. Sull’onda dello Yemen e di una congiuntura economica più favorevole, i budget militari sono tornati a crescere in tutta l’area del Gulf Cooperation Council (GCC) con un significativo 6% in più nel 2018 e quest’anno c’è chi parla di una spesa militare complessiva per il GCC superiore ai 100 miliardi. Una tendenza in crescita, dunque, evidenziata anche dai numeri della mostra: 1310 aziende rispetto alle 1235 di 2 anni fa - 85% internazionali e 15% locali (170) – ed una superficie espositiva cresciuta del 26%; da 133.000 m² a 168.00 m². In grande spolvero, come ogni edizione, l’industria locale che però stenta a consolidarsi in qualcosa di veramente credibile. Il conglomerato EDIC - nato nel dicembre 2014 per razionalizzare le attività industriali delle 3 casseforti emiratine Mubadala, Tawazun e EAIG – ha completato l’integrazione, ma i progetti concreti, veri, latitano dopo il clamoroso fallimento dell’IFV 8X8 ENIGMA e la scelta dell’Esercito Emiratino di acquistare il RABDAN, una variante customizzata con la torretta del BMP-3 dell’Otokar 8x8 ARMA. Le consegne dei primi veicoli sono iniziate e la produzione al momento è in corso in Turchia e solo in un secondo momento dovrebbe spostarsi negli EAU. Peraltro un paio di RABDAN hanno preso parte alla tradizionale e pittoresca dimostrazione live che apre il salone.

Nimr ha invece presentato l’ennesimo veicolo tattico multiruolo 4x4, dotato nella fattispecie di una torretta con mitragliatrice a canna rotanti Dillon, mentre l’ordine annunciato 2 anni fa per oltre 1000 MRAP JAIS 4x4 e 6x6 non sembra essere stato concretizzato. In ogni caso, già oggi le FA emiratine hanno annunciato oltre 1 miliardo di contratti, di cui quello più grosso andato a Raytheon per i sistemi antiaerei sup-aria PATRIOT. Per quanto riguarda i requisiti, continuano le voci circa la volontà emiratina di acquisire l’F-35, mentre del progetto congiunto con la Russia, lanciato 2 anni, per lo sviluppo di un nuovo caccia leggero, non sembra esserci traccia. Nessuna grande novità neanche sul rimpiazzo degli MB339 della pattuglia locale Al Fursan. Detto per sommi capi dei “locali” diamo un primo sguardo a ciò che offre la mostra. Gli Italiani sono presenti con tutte le “big”; da Leonardo, a Fincanteri, passando per Elettronica, Beretta e così via. Leonardo, tra le altre cose, presenta le proprie capacità integrate nel settore counter-UAV, tra cui quelle del sistema FALCON SHIELD impiegato di recente dalla RAF per contrastare l’attività di droni non identificati negli aeroporti londinesi di Gatwick e Heathrow. Interessante, sempre in casa Leonardo, anche la torre HITFACT con cannone da 120 mm montata su un 8x8 Patria AMV. Fincantieri, invece, ha voluto portare un modello della sua nuova LHD da 20.000 t caratterizzata da sovrastruttura singola e albero integrato con radar a facce fisse, e da un bacino allagabile capace di ospitare anche mezzi da sbarco a cuscino d’aria. Per quanto riguarda le aziende internazionali, il colosso europeo MBDA ha lanciato proprio oggi lo SPIMM (Self-Protection Integrated Mistral Module), un sistema per l'autodifesa di navi supporto, grandi navi commerciali e mezzi da sbarco da minacce quali missili antinave, UAV, aerei in volo a bassa quota ma anche naviglio veloce d’assalto. Il sistema combina un affusto SIMBAD-RC, dotato di 2 missili a corto raggio MISTRAL, ed una torretta panoramica in un modulo shelterizzato ISO standard da 10 piedi. Il tutto gestibile da 2 operatori. Da sottolineare anche l’avvio di uno studio congiunto MBDA/Leonardo per l’integrazione del missile antinave leggero MARTE ER sull’M-346 FA – un ordigno per semiala – ed una prima “ricognizione” interna circa la fattibilità di un’eventuale integrazione dello stesso ordigno nelle baie dell’F-35. Altre novità occhieggiano qua e là. I Russi espongono per la prima volta in un’esibizione all’estero la torretta combinata per la difesa ravvicinata di punto PANTSIR-ME, idonea per essere installata su navi da combattimento con un dislocamento a partire dalle 300 t, mentre nella banchina di NAVDEX campeggia, tra gli altri, anche il secondo OPV classe ARIALAH, denominato HAMIM e basato sul disegno Damen SEA AXE 6711, destinato alla Critical Infrastructure and Coastal Protection Authority (CICPA).


Condividi su:  
    
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE