RIVISTA ITALIANA DIFESA
I nuovi programmi di Manila 07/08/2014 | Giuliano Da Frè

Dallo scorso maggio, nei contesi arcipelaghi di Spratly e Paracel, da decenni al centro di diatribe che coinvolgono buona parte degli stati rivieraschi dell’Asia sudorientale, e dal 1988 teatro di scontri e incidenti navali tra unità cinesi, vietnamite e filippine, la tensione è tornata a crescere dopo l’avvio, da parte della Cina, di nuove prospezioni petrolifere off-shore. E se i riflettori sono puntati sulla crisi Pechino-Hanoi, dopo gli attacchi dei manifestanti in Vietnam contro aziende e cittadini cinesi, in seguito alla costruzione di una piattaforma petrolifera nelle Paracel (annessa dalla Cina nel 1974), anche Manila ha protestato per un’analoga iniziativa in corso nelle Spratly, stringendo, tra l’altro, un accordo bilaterale – benedetto da Washington - col Vietnam.

Tuttavia, in quel groviglio di “tutti contro tutti” che sono i contenziosi insulari del sud-est asiatico, dove il “nemico del mio nemico diventa mio amico”, è meglio (terzo proverbio della giornata) “aiutarsi, che il ciel t’aiuta”; ed è per mare e in cielo che le Filippine stanno cercando di darsi un aiuto.

Con una flotta che in parte assomiglia ancora ad un museo navigante della Seconda Guerra Mondiale, si stanno moltiplicando le nuove acquisizioni, nell’ambito di un piano lanciato nel 2012, da completarsi nel 2020. Acquisizioni nuove solo in parte perché, mentre l’acquisto di una squadra navale usata “chiavi in mano” dall’Italia, comprendente fregate, corvette e unità logistiche, dopo un paio di anni di tira e molla sembra finito in un cassetto, da fine 2013 è operativo il secondo pattugliatore tipo HAMILTON ceduto dalla Guardia Costiera americana, un terzo è oggetto di trattativa, e si studiano programmi di upgrade per queste sempreverdi unità costruite negli anni ’60, ma già ammodernate a fondo negli anni ’80.

In prospettiva, Manila guarda all’acquisto di 2 fregate di nuova costruzione: nel 2013 si è parlato di un crescente interesse per le costruende INCHEON sudcoreane, per poi lanciare una RFP cui, oltre ai cantieri di Seul (uniti in consorzio), hanno risposto Navantia, STX, e l’indiana Garden Reach Shipbuilders & Engineers (l’India sta aumentando la collaborazione coi paesi della regione in chiave di contenimento anti-cinese), mentre un eventuale “piano B” comprende la possibile cessione di 2 PERRY ex US Navy.

Più variegato il settore delle unità medio-leggere da pattugliamento e combattimento, che riguarda un piano per acquisire 12 corvette antisom (per quelle usate, oltre alle MINERVA italiane sono state prese in considerazione unità sudcoreane di prossima radiazione come le POHANG), 3 OPV da realizzare localmente su licenza (ultima a farsi avanti è stata Navantia, con l’AVANTE-1800, invista del concorso atteso per fine 2013, poi rimandato a causa dei danni provocati dal tifone Haiyan, che ha comportato la sospensione di alcuni programmi militari), e le Multi-purpose Attack Craft (MPAC), previste per un totale di 42 unità, con le prime 6 – versione realizzata da Taiwan delle CB-90H svedesi – già consegnate, e altre in versione lanciamissili ordinate nel febbraio 2014, cui nel 2013 si sono aggiunte 6 Small Unit Riverine Craft (SURC) da 40 piedi di costruzione americana. Gli altri programmi navali riguardano 2 LPD ordinate il 23 gennaio 2014 ai cantieri indonesiani PT-PAL, simili alla classe MAKASSAR, da 11.000 t (in consegna nel 2016-2017, cui si aggiungeranno LCU, mezzi d’assalto anfibio, oltre a equipaggiamenti e fucili d’assalto moderni per i marines), e 3 rifornitori di squadra, mentre sul piatto resta anche il progetto per 3 sommergibili, componente sinora assente nella flotta filippina. Con le navi, Manila sta modernizzando anche quella componente aerea (navale, o espressa dall’Aeronautica) destinata a interagire con la flotta. Anche in questo caso, punto di riferimento è il piano di ammodernamento 2012-2020, che riprende un programma lanciato nel 1995, ma rimasto in larga parte lettera morta a causa della successiva crisi economica del 1997.  

Grazie al Medium Term Capability Development Program 2013-2017 sono stati acquistati 3 elicotteri AW-109 POWER navalizzati, consegnati nel 2013-2014, e annunciato un programma per altri 2 velivoli antisom, mentre la PAF dal 2014 sta ricevendo altri 8 AW-109, e il 28 marzo 2014 ha siglato il contratto per 12 FA-50 GOLDEN EAGLE, addestratori avanzati da impiegare anche come aerei da combattimento, sostituendo gli ultimi S-211 italiani, che facevano le veci di una componente combat a getto, dopo l’upgrade alla configurazione WARRIOR, destinata a riempire il vuoto creato dalla radiazione nel 2005 degli ultimi caccia F-5A/B. Per elicotteri SAR ci si sta orientando verso il Bell-412, ma per schierare aerei da combattimento multiruolo (probabilmente degli F-16 o F-18 di seconda mano, visti i buoni rapporti riallacciati con Washington) effettivamente in grado di coprire le unità navali, si dovrà aspettare il 2018.


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