(Nella foto, un sottomarino giapponese classe SORYU, il cui design potrebbe servire da base per i nuovi battelli taiwanesi)
Hua Chunying, portavoce del ministero degli esteri, ha espresso la totale opposizione della Cina alla collaborazione fra Taiwan e altre nazioni nell'ambito della difesa, e “invitato” tutti a conformarsi alla politica dell'Unica Cina, evitando di assistere gli sforzi di Taipei di dotarsi di nuovi sottomarini costruiti localmente.
Per Taiwan il sottomarino indigeno è di per sé una scelta di ripiego, fatta nel 2016 di fronte all'impossibilità di acquistare da paesi terzi a causa dell'opposizione cinese. Oggi Taiwan dispone di appena 4 sottomarini, di cui 2 ex-americani di design risalente al secondo conflitto mondiale, buoni solo per scopi addestrativi; e due ZWAARDIS di costruzione olandese risalenti agli anni 80'. Per rimpiazzarli, il 1° ottobre scorso è stato avviato un programma che però non può prescindere dall'assistenza di partner internazionali, stante la totale inesperienza taiwanese nel settore.
Secondo la stampa locale sono state ricevute almeno sei proposte, di cui due europee, due americane, una giapponese e una indiana. Nessuno dei gruppi industriali si è pubblicamente esposto, ma l'offerta giapponese sarebbe basata su “ex” ingegneri di Mitsubishi e Kawasaki, che producono la classe SORYU.
Dall'America, Lockheed Martin potrebbe agire come integratore di sistemi, e General Dynamics potrebbe fornire il suo sistema di combattimento AN/BYG-1.
I principali sospettati europei sono NAVAL GROUP, grazie all'esperienza legata al suo SCORPÈNE; e la tedesca HDW con i suoi U-209, 212, 214. Anche SAAB Kockums, al lavoro sul nuovo sottomarino A26 per la Svezia, potrebbe fornire assistenza, pure per l'eventuale sistema di propulsione anaerobica.
L'india impiega sottomarini convenzionali classe KILO e SCORPÈNE e costruisce questi ultimi localmente.
Taiwan vorrebbe il primo sottomarino entro il 2025 e la classe dovrebbe arrivare a 8.