RIVISTA ITALIANA DIFESA
La “nuova” fanteria britannica: tendenza ed evoluzione 28/12/2018 | Jean-Pierre Husson

A seguito degli insegnamenti tratti dalle operazioni in Afghanistan ed Iraq degli ultimi 15 anni, il British Army ha rivisitato recentemente sia l’organizzazione dei propri reparti di fanteria, sia l’armamento in dotazione a livello delle unità minori.

 Dalla fine delle operazioni in Afghanistan, il British Army punta a rinnovare e/o ammodernare il proprio parco mezzi blindati, che viene suddiviso in 3 specifiche categorie:

- Combat Vehicles, con 227 MBT CHALLENGER 2, 769 IFV WARRIOR e 895 APC BULLDOG;

- Reconnaissance Vehicles con 221 mezzi della gamma CVR(T);

- Protected Patrol Vehicles con poco meno di 2.000 MRAP tipo COYOTE, FOXHOUD, HUSKY, JACKAL, MASTIFF, RIDEBACK e WOLFHOUND.

Nel luglio 2017 era stata annunciata la decisione di Londra di ordinare alla Oshkosh sino a 2.747 L-LTV (Light Combat Tactical All-Terrain Vehicle), per un valore di 1,04 miliardi di dollari, nell’ambito del programma MRV-P (Multi Role Vehicle-Protected) mirante a sostituire le gamme LPPV (Light Protected Patrol Vehicle) FOXHOUND ed HUSKY, i Land Rover WOLF/DEFENDER, VEKTOR e CLV (Command and Liaison Vehicle) PANTHER, denominazione del 4x4 LMV di Iveco DV.

A questa decisione è seguita, a fine marzo 2018, quella riguardante la selezione del BOXER per il programma Mechanized Infantry Vehicle (MIV). In ambito più “pesante” è inoltre prevista la messa in servizio dei primi esemplari di una serie di 589 cingolati della gamma AJAX, già SCOUT SV (Special Vehicle), per fine 2019-inizio 2020 (i primi di questi mezzi, proposti in 6 versioni, dovrebbero andare in carico al The King’s Royal Hussars). Sia l’8x8 BOXER che l’AJAX costituiranno la colonna portante delle nuove brigate d’intervento britanniche, ovvero le Strike Brigades. Prima di andare avanti ricordiamo infine che la componente cingolata da combattimento, incentrata sull'MBT CHALLENGER 2 e sull'IFV WARRIOR, è oggetto di un programma di ammodernamento del valore complessivo di poco meno di 2,4 miliardi di sterline, il cui scopo è mantenere l’operatività dei mezzi sino al 2040.

Tutto l'articolo è disponibile su RID 1/19.


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