RIVISTA ITALIANA DIFESA
Proteste USA contro il test balistico iraniano 05/12/2018 | Andrea Mottola

Il lancio di un missile balistico iraniano, avvenuto lo scorso 1° dicembre, ha causato la forte reazione di condanna da parte del Segretario di Stato americano Michael Pompeo che ha parlato di “chiara violazione della risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza ONU”, risoluzione risalente al 2015 e facente parte del defunto accordo nucleare con la Repubblica Islamica, che richiede (non vieta) all’Iran di astenersi dall’intraprendere qualsiasi attività legata allo sviluppo di missili balistici in grado di trasportare testate nucleari”. Per quanto non esistano conferme ufficiali, il test in oggetto riguarderebbe il terzo lancio (coi primi due falliti) del missile balistico a medio raggio a testate multiple KHORRAMSHAHR, da poco sviluppato dall’Iran come variante autoctona ad autonomia ridotta del nordcoreano HWASONG-10, venduti alla Repubblica Islamica nel 2005 nella designazione da esportazione Musudan BM-25. Il vettore, che secondo gli USA sarebbe in grado di essere armato con testate nucleari, ipotesi smentita dall’Iran, sarebbe accreditato di una gittata che si colloca tra un minimo di 1.000 km con testata da 1.800 kg, fino ad un massimo di 2.200 km con payload di 1.000 kg, che gli consentirebbe di raggiungere tutti i paesi del Medio Oriente e parte dei paesi europei (Bulgaria, Cipro, Grecia e Romania). Va ricordato che, pur non trattandosi di una risposta diretta al test iraniano, in quanto il rischieramento era già stato programmato mesi fa, entro la fine della settimana nell’area del Golfo Persico/Mar Arabico arriverà il gruppo di battaglia (CBG) della portaerei USS JOHN STENNIS, area dalla quale i CBG statunitensi mancavano dallo scorso marzo, quando la USS THEODORE ROOSEVELT lasciò l’area per far rotta verso il Pacifico.


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