RIVISTA ITALIANA DIFESA
Firmato il contratto per la produzione dell'ALTAY 19/11/2018 | Anna Croci

Lo scorso 9 novembre stato firmato il contratto tra la SSB (l’agenzia turca per il procurement) e l’azienda locale BMC per la produzione di massa dei carri armati ALTAY MBT (Main Battle Tank). L’ALTAY è il primo MBT sviluppato in Turchia. Il contratto, che era stato vinto dalla BMC ad aprile e il cui valore non è stato divulgato, prevede la produzione di 250 esemplari da consegnare alle Forze Armate turche, con opzioni per arrivare a 1000. Il lotto iniziale prevede la produzione di 40 corazzati, con il primo ALTAY che dovrebbe essere consegnato entro 18 mesi, mentre per i restanti 210 non è ancora stato stabilito un preciso programma di consegne. Gli armamenti principali comprendono un cannone da 120/55 mm, una mitragliatrice coassiale da 7,62 mm e una torretta controllo remoto da 12,7 mm STAMP/II (queste ultime 2 prodotte dalla Aselsan SARP). La scelta di una produzione totalmente locale, dovrebbe implicare la fine della partnership con la Rheinmetall - attraverso il consorzio turco Rheinmetall BMC Savunma Sanayi (RBSS) - per la produzione del carro, con l'azienda tedesca limitata al ruolo di consulenza. Ciò significa il cannone principale dovrebbe provenire da altre fonti. Nello specifico, sui carri appartenti al primo lotto di 250, dovrebbe essere montato un cannone KM256, versione coreana prodotta su licenza del Rheinmetall RH-120/L55 per il K2 BLACK PANTHER. Successivamente,  l'ALTAY dovrebbe essere equipaggiato con la variante customizzata dello stesso modello base della Rheinmetall, ma stavolta prodotto su licenza dalla turca MKEK. Simile il discorso relativo al motore dell’ALTAY. Per adesso si sa che i 6 prototipi prodotti dalla Otokar montano un motore diesel da 1.500 hp fornito dall’azienda tedesca MTU Friedrichshafen GmbH, ma non è confermato se quest’ultima fornirà i motori anche per la produzione dei primi 250 carri, tenuto conto che, come dichiarato dal Presidente della SSB Ismail Demir, la Turchia prevede l'installazione di motori autoctoni (pare da 1.800 hp) in una fase successiva che, verosimilmente, riguarderà i lotti successivi (dal 2021 in poi).


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