RIVISTA ITALIANA DIFESA
La nuova missione NATO in Iraq 08/11/2018 | Anna Croci

Il 31 ottobre ha avuto inizio la nuova missione di addestramento della NATO in Iraq (NMI, NATO Mission Iraq). Come deciso nell'ultimo Summit dell’Alleanza Atlantica, tenutosi a Bruxelles l’11 e il 12 luglio, si tratta di una missione, che raggiungerà la piena capacità operativa nei primi mesi del 2019, volta a prolungare e rafforzare il supporto al paese partner formando gli addestratori delle Forze di Sicurezza irachene, secondo il concetto “training the trainers”, nei seguenti settori: C-IED, medicina militare, cooperazione civile-militare e manutenzione dei veicoli corazzati.

Un progetto di durata almeno biennale, la cui guida è stata affidata al Maggior Generale delle Forze Armate canadesi Dany Fortin; conferendo al Canada il ruolo di nazione framework, almeno per il primo anno della Missione. Il Primo Ministro canadese Trudeau ha annunciato che il Canada fornirà 250 soldati e 4 elicotteri multiruolo CH-146 GRIFFON, su un totale che, come riporta un comunicato della stessa Difesa canadese, dovrebbe essere di 480 unità.

Prima del Summit di Bruxelles, a marzo si era tenuto un incontro a Baghdad tra l'allora Primo Ministro iracheno Al-Albudi e il Segretario Generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg; quest'ultimo era stato sollecitato dal segretario della Difesa statunitense Jim Mattis con una lettera giunta a febbraio all'Alleanza, nella quale Jim Mattis aveva esortato la NATO ad un impegno più incisivo in Iraq.

Durante quest'incontro si sarebbe deciso pertanto di rafforzare la presenza NATO in Iraq con una nuova missione.Infatti, con la fine della prima grande missione d'addestramento in Iraq (NTM-I) nel 2011 e il conseguente ritiro delle truppe statunitensi, il supporto alle forze irachene era stato ridimensionato, mediante l'organizzazione al di fuori del territorio iracheno di una missione a carattere addestrativo in Giordania. In seguito, nel corso del Summit NATO di Varsavia nel luglio 2016, la NATO decise di “ritornare” in Iraq stabilendo una presenza di personale civile e militare solo su base periodica volta a condurre seminari e workshop agli addestratori iracheni su svariati settori tra cui procedure e tecniche di combattimento, medicina militare, capacità di C-IED (Counter Improvised Explosure Device), cooperazione civile-militare. Una decisione presa in parallelo con l’impegno della NATO a collaborare con la coalizione internazionale contro l’ISIS, di cui la stessa Alleanza è partner a tutti gli effetti (fornendo anche velivoli AWACS).

Tra l’incontro di marzo e il Summit di luglio, a maggio si erano svolte le elezioni per il nuovo governo iracheno. La sconfitta del primo ministro uscente e l'esito incerto hanno trascinato il paese in una crisi politica ad oggi non ancora del tutto risolta.

Malgrado la frammentazione interna, l’Iraq è tuttavia riuscito lo scorso anno a debellare in buona parte l’ISIS e a riconquistare vaste porzioni di territorio. Pertanto, nell’ottica di mantenere i vantaggi conquistati, un supporto NATO più robusto alla struttura militare dello Stato iracheno potrebbe consolidarne le istituzioni.


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