RIVISTA ITALIANA DIFESA
Vecciarelli nuovo CSMD 05/11/2018 | Andrea Mottola

Si è svolta oggi, presso la base del 31° Stormo di Ciampino, la cerimonia di avvicendamento tra il Generale Claudio Graziano ed il Generale Enzo Vecciarelli come Capo di Stato Maggiore della Difesa. All’evento erano presenti anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in qualità di Comandante Supremo delle FFAA, ed il Ministro della Difesa, On. Elisabetta Trenta. Nel suo discorso di commiato da CSMD, il Gen. Graziano, in procinto di assumere il prestigioso ruolo di Presidente del Comitato Militare dell’Unione Europea, ha voluto ricordare come “il mutamento delle tradizionali minacce rende necessario un costante e coerente processo di crescita ed incremento dell’efficienza dello strumento militare per metterlo nelle condizioni di soddisfare tutte le mutate ed accresciute esigenze di sicurezza del Paese. L’auspicio – ha proseguito Graziano - è che tale processo “possa trovare conclusione nell’immediato futuro con un modello di sicurezza e difesa italiano che sia in grado di soddisfare veramente le necessità fondamentali dello strumento militare nazionale – organiche, capacitive e di status del personale – per poter operare con successo nelle aree strategiche, a partire da quelle prioritarie per il nostro Paese (area euro-mediterranea ed euro-atlantica, Sahel ed Africa settentrionale)”. “Si tratta di consolidare la capacità di direzione e gestione unitaria del sistema al fine di rafforzare la dimensione interforze e interagenzia, unica via possibile per ottimizzare l’efficienza operativa attraverso la convergenza degli sforzi e l’unicità degli intenti, eliminando le residue duplicazioni organizzative e funzionali e pervenendo ad una semplificazione delle procedure. Molte misure sono state già intraprese: la costituzione del Comando Interforze per le Operazioni Cibernetiche (CIOC), il potenziamento delle Forze Speciali, lo sviluppo delle Forze Anfibie, nonché l’avvio della trasformazione della logistica, della sanità e della formazione in ottica interforze”. Nella parte conclusiva, Graziano ha voluto ricordare come tale processo “richiede la certezza programmatica degli investimenti e delle risorse da assegnare alla funzione sicurezza e difesa che consenta, da un lato, la necessaria modernizzazione ed efficienza dei sistemi d'arma e degli equipaggiamenti, dall’altro, la possibilità di sviluppare solide fondamenta su cui il personale delle Forze armate può basare la propria motivazione. Il nostro personale deve poter disporre, infatti, di sistemi d’arma ed equipaggiamenti tecnologicamente adeguati all’altezza dei Paesi con cui coopera. Un processo di adeguamento necessario sia per garantire la protezione dei nostri soldati, che per assicurare la superiorità tecnologica necessaria per affrontare le attuali e future sfide alla sicurezza, da qualunque direzione provengano (terra, mare, cielo ma anche dal dominio cibernetico) sostenendo, al contempo, il ruolo dell’Italia a livello internazionale. Infatti, l’Italia è un Paese di riferimento europeo, un Paese di riferimento per la NATO e membro attivo per le Nazioni Unite e tale ruolo ci pone nelle condizioni di poter partecipare da protagonisti a tutti i meccanismi e i progetti di interesse che si sviluppano nell’arena internazionale. Siamo consapevoli come il livello di sviluppo delle capacità militari sia indispensabile per garantire alle nostre forze di operare efficacemente, ma dobbiamo essere altrettanto coscienti dell'importanza che tale fattore sia credibile nel quadro di integrazione europea”. E a tal proposito ha voluto giustamente sottolineare che il nuovo ruolo che andrà a ricoprire è certamente "il frutto di una credibilità che le Forze armate italiane hanno maturato grazie al loro impegno nel corso delle numerose operazioni e missioni”, ma anche delle “forti aspettative che l’Europa ha sull’Italia e sul ruolo che dovrà sicuramente ricoprire”. Nel suo discorso d’insediamento, il nuovo CSMD, Gen. Vecciarelli, ha evidenziato come “le sfide rappresentate dalle attuali minacce - crisi rifugiati, minaccia terroristica, rischi cibernetici, rinnovata minaccia nucleare e proliferazione mai sopita delle armi di distruzioni di massa) - vadano gestite con FFAA italiane che giochino un ruolo da leader all’interno del lungo cammino dell’integrazione europea nel settore difesa”. Tuttavia, per farlo e per far sì che le FFAA italiane continuino anche a svolgere un ruolo fondamentale nell’integrazione di tutti gli altri strumenti che concorrono al sistema di sicurezza nazionale (capacità d’informazione e di intelligence, diplomatiche, ed economico-industriali), è “essenziale continuare ad investire nella difesa quale risorsa propulsiva del Paese”. Quindi mezzi di qualità tecnologica elevata sempre più necessari - duali per quanto possibile - specifici per scopi militari perché indispensabili, compatibilmente con la loro sostenibilità finanziaria “che auspico possa essere adeguatamente garantita”. Durante il suo incarico triennale, ha concluso Vecciarelli, l’obiettivo è di “lavorare ponendo al centro del sistema l’operatività dei reparti”. La cerimonia è stata conclusa dall’intervento del Ministro Trenta che ha salutato l’uscente Gen. Graziano “come perfetto esempio di ufficiale, guida e riferimento, che ha espresso le sue indubbie capacità di leader in uno scenario operativo complesso come quello che ha visto impegnate le nostre FFAA negli ultimi anni, si in Patria che all’estero”. Dopo aver accennato alla stabilizzazione della Libia ed alla preoccupazione per i flussi migratori e per il prolungarsi del conflitto nel “Siraq” come principali aspetti discussi durante l’ultimo Consiglio Supremo di Difesa, il Ministro ha sottolineato come l’Italia voglia “confermare il ruolo guida nell’ambito della NATO, anche grazie allo Strategic Hub South di Napoli, ma voglia anche impegnarsi per la crescita delle capacità di difesa dell’UE e lavorare affinché le 2 Organizzazioni operino sempre più in maniera congiunta”. Infine, rivolgendosi al Gen. Vecciarelli, Trenta ha ricordato come “la sua carriera di pilota ha consentito di sviluppare non comuni capacità di programmazione e di pianificazione autonoma, lontano dal controllo di altri”, doti ritenute fondamentali per lo svolgimento del nuovo incarico.


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