RIVISTA ITALIANA DIFESA
Cosa sta succedendo a Idlib? 25/10/2018 | Anna Croci

Situata nel versante nordovest siriano, la regione di Idlib, al confine con la Turchia, è l'ultima roccaforte dell'opposizione armata al regime di Assad. L'alleanza jihadista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) è la forza egemonica della regione, dove sono presenti anche il Fronte di Liberazione Nazionale (NFL), la più grande coalizione di forze ribelli sostenuta da Ankara, e 3 milioni di civili. A inizio settembre, al vertice tra Turchia, Russia e Iran tenutosi a Teheran, Erdogan aveva cercato di raggiungere un cessate il fuoco nella regione, per contenere il flusso di persone in fuga dai bombardamenti.

Dopo l'inconcludente vertice di Teheran, al fine di evitare l'ennesima catastrofe umanitaria, paventata anche dai precedenti impieghi di armi non-convenzionali da parte di Assad, Russia e Turchia si sono alla fine accordate a Sochi per una tregua, il 17 settembre scorso, al fine di instaurare una zona demilitarizzata tra le aree controllate dai ribelli a Idlib e le forze governative siriane. Una zona cuscinetto profonda 15-20 km che prevedeva lo smantellamento di tutte le armi pesanti e l'allontanamento delle formazioni ribelli entro il 15 ottobre.

Conclusosi l'incontro di Sochi, il governo turco si è adoperato per condurre i negoziati con i ribelli al fine di implementare l'accordo. Dopo la prima risposta positiva alle richieste arrivata dal NFL, il 14 ottobre, a un giorno dalla scadenza, l'HTS ha comunicato il suo intento a non abbandonare la zona.

Tale rifiuto potrebbe innescare la ripresa delle ostilità da parte del fronte governativo, inficiando una soluzione diplomatica. Come si risolverà questa situazione di stallo forse lo si capirà al termine del summit tra Francia, Germania, Russia e Turchia previsto a Istanbul il 27 ottobre.


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