RIVISTA ITALIANA DIFESA
L'offensiva terrestre su Gaza 21/07/2014 | Andrea Mottola

Dopo 10 giorni di raid aerei, che hanno distrutto più di 2.000 obiettivi e causato circa 400 vittime tra i palestinesi, la notte tra il 17 e il 18 luglio è partita l’offensiva terrestre israeliana su Gaza: Operazione PROTECTIVE EDGE. L'obiettivo primario di tale offensiva è l’eliminazione dell’estesa rete di bunker e tunnel sotterranei situati nei pressi del confine e utilizzati dai militanti di Hamas per infiltrarsi in territorio israeliano. Dai tempi dell’Operazione CAST LEAD del 2009, questa è la prima volta che le truppe israeliane entrano a Gaza. Dall’inizio dell’attacco, le truppe terrestri hanno ucciso 70 militanti palestinesi (catturandone una ventina) e distrutto circa 203 obiettivi, tra cui 24 piattaforme sotterrate per il lancio di razzi e 11 tunnel.

Questa fase dell’operazione è guidata dal Comando Meridionale delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) e vede una stretta collaborazione tra le diverse unità di fanteria, artiglieria, corazzate e del genio ingegneri e dei corpi speciali supportate da Aeronautica e Marina, oltre che dalle varie agenzie di intelligence, tra cui la Israel Security Agency (ISA). La prima incursione delle IDF è avvenuta nella parte settentrionale di Gaza; attraverso il passaggio di Erez le truppe israeliane sono penetrate verso Beit Hanoun dove si sono scontrate con alcune unità delle Brigate Qassam, il braccio armato di Hamas. Nel fine settimana le forze israeliane si sono spinte ancor più all'interno della Striscia, fino a raggiungere Gaza City, dove si sono verificati scontri tipici di una "urban warfare" in diverse zone della città. Il più cruento è avvenuto nel quartiere di Shejaiyah, considerata dagli israeliani una roccaforte di Hamas e punto di accesso ad una vera e propria rete di tunnel sotterranei che collega i siti di produzione e stoccaggio di armi con i punti di passaggio situati al di sotto del confine con Israele. L'attacco ha avuto inizio nelle prime ore del 20 luglio, con bombardamenti effettuati da droni e artiglieria per spianare la strada alle truppe di terra. Hamas ha risposto con lancio di missili anticarro ed RPG. Tenuto conto che tutto si è svolto in aree densamente popolate, sono molte le vittime di quella che alcuni definiscono "la battaglia dei Tunnel": 96 palestinesi, di cui 60 civili, e 13 soldati israeliani appartenenti al 13° battaglione Gideon della brigata Golani. 

In generale, per la fase terrestre dell'Operazione PROTECTIVE EDGE, le Forze Armate israeliane hanno mobilitato una quantità non indifferente di asset. Tra le unità coinvolte, ci sono sicuramente i corpi speciali Egoz e Maglan, commando specializzati nell’anti-guerriglia e la gia citata Brigata di fanteria Golani, che si aggiunge alle 3 brigate già pre-allertate all’inizio dell'operazione: la Brigata di fanteria Nahal e 2 brigate corazzate, la 401° e la 460°, entrambe operanti su carri MERKAVA IV. Ad essi si aggiungono altri mezzi pesanti, come i bulldozer CATERPILLAR D9 e i veicoli cingolati da trasporto truppe M113. L’appoggio aereo ravvicinato è garantito da alcuni elicotteri AH-64 APACHE. Per quanto riguarda il numero di soldati schierati per l’offensiva di terra, Tel Aviv aveva originariamente richiamato circa 48.000 riservisti, ma ad essi ne ha aggiunti 18.000, anche se ancora non è chiaro quanti di questi stiano partecipando attivamente all’offensiva.


Condividi su:  
    
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE