E’ un serial killer di jet dai molti nomi, il principale sospettato per l’abbattimento del Boeing 777 del volo MH17 della Malaysia Airlines, avvenuto il 17 luglio. BUK è il nome che sta facendo il giro del mondo in queste ore, e si riferisce al faggio, cogliendo il tradizionale amore dei Russi per le vaste foreste della madrepatria che il sistema è (ufficialmente) incaricato di difendere. Nella classificazione NATO è noto come SA-11 GADFLY, nella sua prima versione terrestre, seguita da SA-17 GRIZZLY per quelle più recenti; la nuova versione navale imbarcata è nota come SAN-7C GOLLUM.
Per i Russi, invece, il sistema missilistico sup/aria sviluppato negli anni ’70 dai tecnici dell’allora Unione Sovietica per sostituire i SAM della prima generazione, applicando le lezioni operative apprese in Vietnam e nelle guerre arabo-israeliane, è classificato come 9K37 BUK-1 nella versione operativa dal 1978, e 3S90 URAGAN per quella navale (1983). Le versioni terrestri successive sono la 9K37M-1 BUK-M1 (1983, GANG nel modello da esportazione), 9K37M1-2 BUK-M1/2 (1998, ed M2E URAL per l’export), mentre nel 2009 è apparso il 9K37M1-3 BUK-M3.
Analoga evoluzione anche per il missile che il sistema di lancio ha via via adottato, dal 9M38 di base (simile ai TARTAR e STANDARD americani, e seguito dalle versioni M1 e M2), sino al 9M317 adottato per il BUK-M3 nel 2007.
Questa lunga e costante evoluzione, tipica dei SAM sovietici e russi (che affiancano i nuovi sistemi a quelli datati ma continuamente aggiornati, anche con un occhio all’esportazione), ha inciso sul BUK a più livelli. L’architettura generale, incentrata sempre su un lanciatore quadruplo installato su un telaio cingolato blindato GM-569, da 24 t e buona mobilità, è passata dal semplice modello TEL (Transporter Erector Launcher, associato a impianto radar indipendente) alla ben più sofisticata configurazione TELAR (Transporter Erector Launcher and Radar), che ingloba radar di illuminazione e tiro, capace di ingaggiare e tracciare bersagli multipli e dotato di sistema di interrogazione IFF per il riconoscimento della tipologia della traccia. In secondo luogo, sono andati evolvendo gli apparati radar di tiro FIRE DOME in banda H/I, associato all’apparato TAR (Target Acquisition Radar, su veicolo a parte) SNOW DRIFT, o KUPOL M-1. Quindi, sono migliorate le capacità dei sistemi in termini di resistenza alle contromisure elettroniche, e le prestazioni di lancio dei missili, a guida semiattiva, passati da un ingaggio di 30 km della prima versione, ai 45-50 kmdel modello più recente. La quota massima di inviluppo, secondo dato fondamentale per orizzontarsi nella tragedia del Boeing 777 malese, è di 14.000 mnelle versioni più datate, e di 22/25 km in quelle più recenti. Tutte capaci, pertanto, di tirare giù un aereo di linea che vola a 10.000 metri, privo sia di contromisure che di capacità di manovra per evadere il pericolo, ammesso anche che i piloti avessero avuto modo di rendersene conto vedendo la scia dei missili. L’ordigno, a guida semiattiva, porta una testata di guerra a frammentazione (da 50 a 62 kg a seconda della versione), con spoletta di prossimità radar. Velocissimo (mach 4-4,5 nelle versioni più recenti), il missile può essere attivato per il combattimento in 5 minuti, e quindi in 20 secondi una volta già pronto in modalità combat, garantendo tempi di reazione molto rapidi, e viene accreditato di una buona precisione di ingaggio.
D’altra parte, il sistema, impiegato dagli Ucraini, ma recuperato in alcuni esemplari nelle basi cadute in mano agli insorti nei mesi scorsi (e forse contrabbandato anche da Mosca, che ha già spedito mezzi pesanti ucraini recuperati in Crimea, carri T-64 compresi, alle milizie filo-russe), ha già diversi “kills” al suo attivo, e nei confronti di bersagli ben più ostici, visto che durante la guerra georgiana del 2008 la versione M-1 (quindi la più datata, e fornita proprio dall’Ucraina) avrebbe abbattuto un T-22M russo impiegato in attività ECM e forse 3 Su-25 da attacco. Per non saper ne leggere ne scrivere, uno dei raid aerei lanciati da Israele contro obbiettivi militari siriani nel 2013 riguardava proprio una spedizione di SA-17 BUK-M2E diretta alle milizie libanesi di Hezbollah.
Nel corso della guerra civile ucraina, la gran parte degli aerei ed elicotteri di Kiev abbattuti è stata vittima di artiglieria o MANPADS con gittata inferiore ai 3.000 metri, compreso l’IL-76 da trasporto centrato da un IGLA lo scorso 14 luglio mentre stava atterrando. Kiev ha però denunciato che l’abbattimento di un An-26 involo a circa7 kmdi quota sarebbe avvenuto (sempre il 14 luglio) a causa di un missile a lungo raggio – presumibilmente un SA-11 o un SA-300 – lanciato dal territorio russo. Un attacco che Mosca ha negato.