RIVISTA ITALIANA DIFESA
S-400 per l'India 11/10/2018 | Andrea Mottola

Lo scorso 26 settembre il Comitato di Gabinetto per la Sicurezza indiano ha ratificato l’accordo per l’acquisto di 5 sistemi missilistici antiaerei e antibalistici a lungo raggio S-400 TRIUMF (SA-21 GROWLER in denominazione NATO) dalla Russia ad un costo di 5,43 miliardi di dollari. Si tratta del contratto comprendente un’unica tipologia di sistemi di maggior valore mai firmato tra i 2 Paesi ed il più grosso della storia della Rosobonexport. L’accordo è stato ufficializzato il 5 ottobre, durante la visita in India del Presidente russo Putin in occasione del 19° vertice bilaterale Indo-Russo. Secondo i programmi, Nuova Delhi pagherà in anticipo il 15% di tale somma – pari a 810 milioni – mentre il resto verrà pagato in 5 tranche in base alla progressiva consegna dei 5 sistemi/battaglioni (composti da 2 batterie con 4 lanciatori quadrinati verticali TEL ciascuno), il primo dei quali verrà consegnato entro l’ultimo trimestre del 2020, mentre il completamento delle consegne dovrebbe avvenire entro la fine del 2023. Non è noto il tipo di missili che verranno forniti per i sistemi indiani. Probabili i 48N6E2 nella variante da 250 km e i 9M96E/9M96E2 rispettivamente per il breve (40 km) e medio (120 km) raggio mentre, almeno inizialmente, è difficile che vengano consegnati i nuovi e più potenti 40N6E da 400 km di portata e altitudine d’ingaggio fino a 30 km. Tornando all’accordo, l’India aveva annunciato l’intenzione di acquistare gli S-400 dalla Russia già nell’ottobre del 2015, firmando esattamente un anno dopo, durante il 17° summit bilaterale, un accordo G2G per l’acquisto di 5 S-400, 4 fregate classe GRIGOROVICH, circa 200 elicotteri utility leggeri Ka-226T e la produzione su licenza del fucile d’assalto AK-103. La ratificazione dell’accordo per i TRIUMF giunge nonostante le minacce statunitensi riguardo l’imposizione di sanzioni finanziarie all’India – nonostante si tratti di un solido alleato e di un importante mercato di sbocco per i prodotti militari statunitensi (15 miliardi di dollari di acquisti negli ultimi 10 anni) - in base al cosiddetto CAATSA (Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act, ratificato da Trump lo scorso gennaio, che vieta l’acquisto oltre i 15 milioni di dollari di materiale militare da Russia, Iran e Nord Corea) sulla stregua di quanto avvenuto con la Turchia e con la Cina per la recente acquisizione degli stessi sistemi missilistici (e di caccia Su-35S nel caso cinese). Il problema di Nuova Delhi è che la Russia continua ad essere il principale fornitore di equipaggiamenti militari dell’India (carri armati T-90, caccia MiG-29 e Su-30, sommergibili, portaerei, tanto per citarne alcuni) – nonostante una sensibile contrazione della quota di mercato di sistemi russi nel mercato del subcontinente – e necessita, quindi, del continuo supporto russo per la manutenzione e l’operatività di tali equipaggiamenti. Ergo, non può permettersi di allontanarsi troppo dall’alleato russo e ciò, verosimilmente, con buona pace degli americani.

 


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