RIVISTA ITALIANA DIFESA
Ucraina: le forze in campo 18/07/2014 | Pietro Batacchi

Nelle fasi iniziali la rivolta dell’est dell’Ucraina ha visto protagoniste le “artigianali” milizie locali. Poi, via, via che la campagna lanciata dalle nuove autorità di Kiev cresceva di intensità, la ribellione è passata completamente sotto il controllo degli elementi russi e ceceni. La milizia locale più strutturata ed influente è la Milizia Popolare del Donbass, ovvero il braccio armato dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk. La MPD è forte di circa 4.000 uomini, provenienti principalmente dai gruppi ultras dello Shaktar Donetsk, la squadra di calcio della città di Donetsk, e dalle organizzazioni di estrema destra panrussa e slavofila, ma annovera tra le sue fila anche disertori della Polizia ed un pò di bassa manodopera criminale legata alle mafie del Donbass. L’equipaggiamento è per la gran parte leggero. A fianco della MPD ha operato sin da subito anche la Guardia di Lugansk (GL), o il Corpo dei Volontari di Lugansk, il braccio armato dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk (RPL), che, tuttavia, è meno numerosa e peggio armata della sua gemella meridionale. Infine, Slavyansk è stata la roccaforte di Vyacheslav Ponomarev, ex ufficiale sovietico veterano della Guerra in Afghanistan, che, però, è stato destituito il 10 giugno dalla carica di sindaco (autoproclamato) della città ad opera degli uomini di Igor Strelkov, di cui parleremo a breve. In breve tempo queste milizie per la gran parte locali sono state affiancate da volontari provenienti dalla Russia ed appartenenti ad organizzazioni nazionaliste russe e slavofile e da un numero non precisato di cosacchi, per un totale di circa 1.500 uomini.

Dopo alcuni rovesci subiti dagli insorti, a cominciare dalla disastrosa battaglia di Donetsk, e via, via, che la ATO (Anti Terror Operation) di Kiev è cresciuta di intensità, la rivolta è passata completamente sotto il controllo di Mosca nell’ambito di una classica operazione covert/indiretta coordinata dal GRU (il servizio segreto militare russo). Questa operazione, pare denominata Operazione Donbass, ha al vertice la missione del GRU nell’est dell’Ucraina, guidata dal Colonnello Igor Strelkov (“Girkin” vecchia conoscenza delle campagne in Cecenia ed in Georgia) e rinforzata da elementi dell’SVR (il servizi segreto esterno russo), ed è articolata su una serie di capi centro/residenti dislocati in vari villaggi e città. Da questa missione, oltre alle milizie locali, dipendono 2 pedine operative: il Battaglione Vostok e gli Spesnatz dello stesso GRU. Il Battaglione Vostok è un’unità, composta da personale ceceno filo-russo, costituita nel 1999 nell’ambito della Seconda Guerra Cecena ed inquadrata regolarmente nelle unità Spesantz del GRU. Formalmente sciolto nel2008, ha, tuttavia, continuato ad operare. L’unità dovrebbe contare su non meno di 1.500 uomini. Gli Spesnatz del GRU dovrebbero, invece, agire come personale embedded nei ranghi delle milizie locali.

In totale questo complesso operativo conterebbe su circa 2.000 unità altamente addestrate, ben inquadrate e motivate, ed equipaggiate in maniera altrettanto significativa con sistemi terra-aria moderni come i SA-16 GIMLET (IGLA-1) ed i SA-24 GRINCH (IGLA-S), RPG di ultima generazione (RPG-29 e RPG-32), apparati radio in HF e sistemi portatili per il disturbo e l’intercettazione delle comunicazioni.

L’insurrezione è alimentata da rifornimenti di armi ed equipaggiamenti che avvengono prevalentemente attraverso il piccoli villaggi al confine tra Russia ed Ucraina. Alcuni equipaggiamenti sono stati catturati alle forze governative – diversi blindati BMP e BTR – mentre qualche carro T-64, pare appartenente alle forze ucraine di stanza in Crimea, sarebbe stato ottenuto attraverso la Russia. Gli insorti dispongono anche almeno di 2-3 lanciatori di sistemi terra-aria BUK, catturati dopo la conquista di una base anti-aerea governativa. Dopo la ripresa da parte delle forze governative della roccaforte ribelle di Slaviansk, il conflitto si è ulteriormente inasprito. Gli insorti hanno cominciato a ricevere nuovi equipaggiamenti pesanti – altri carri T-64, lanciarazzi multipli – ed hanno contrattaccato pesantemente infliggendo dure perdite alle forze di Kiev. Negli ultimi giorni in un attacco ad una colonna meccanizzata dei governativi sono stati uccisi una trentina di soldati, mentre nella battaglia del villaggio di Marinovka, al confine con la Russia, ancora i governativi hanno avuto la peggio lasciando sul terreno altri 10 soldati e diversi mezzi corazzati e blindati catturati poi dai ribelli. A questi dati, bisogna poi aggiungere l’abbattimento di un An-26 da trasporto e di un cacciabombardiere Su-25.

Venendo all’altro campo, ovvero a quello governativo, le nuove autorità di Kiev si sono affidate, soprattutto nelle fasi iniziali delle operazioni, alla Guardia Nazionale ed a milizie paramilitari. A partire da metà marzo, in concomitanza con l’occupazione della Crimea ed il build-up russo sul confine, Kiev ha avviato la costituzione di una nuova Guardia Nazionale, sotto la giurisdizione del Ministero degli Interni, autorizzando una prima tabella organica da 33.000 uomini (con l’obbiettivo di arrivare a 60.000) ed aprendo il reclutamento ai cittadini dai 18 ai 54 anni. Nelle fila della nuova unità, pertanto, sono confluiti appartenenti ai movimenti di protesta di piazza Maidan, ma, soprattutto, appartenenti  ai partiti dell’estrema destra ed anche diversi stranieri (greci, italiani, svedesi, spagnoli e persino russi. I membri stranieri hanno bisogno di ottenere la residenza in Ucraina, ma questa è concessa a stretto giro di posta). Per quanto riguarda le unità paramilitari, la parte del leone la sta facendo Pravdi Sektor/Settore Destro, un’organizzazione comprendente più realtà radicali di orientamenti apertamente neo-nazisti. Pravdi Sektor è stato determinante durante la rivolta di Euromaidan, quando i suoi uomini hanno fronteggiato con successo le migliori unità anti-sommossa della Polizia, i famigerati Berkut, organizzando la difesa dei manifestanti in piazza e la successiva presa dei palazzi istituzionali. Settore Destro dispone in diverse zone dell’Ucraina di una rete di campi di addestramento, ufficialmente una sorta di rete di campi “estivi” che in qualche misura ricorda i campi organizzati dalle formazioni giovanili di destra radicale negli settanta anche in Italia, per l”erudizione” in senso militare dei militanti. L’organizzazione può arrivare a mobilitare fino a 10.000 uomini. Nel corso delle operazioni contro gli insorti, il core dei militanti di Pravdi Sector è stato inquadrato in una nuova struttura per le operazioni contro le forze filo-russe denominata Battaglione Donbass, apparsa per la prima volta tra fine aprile ed i primi di maggio. Il Battaglione Donbass, guidato Semen Semenchenko, è formato da 800-900 uomini ben armati e contraddistinti da uniformi nere, inquadrati, addestrati e coordinati dal personale dello SBU (il servizio di sicurezza ucraino). A partire dal 29 maggio, il Battaglione Donbass è stato integrato nella Guardia Nazionale. Un’altra organizzazione paramilitare formata in questa fase dell’insurrezione è il Battaglione Azov, dipendente dal Ministero dell’interno ed anche questo presumibilmente integrato nella Guardia Nazionale. L’unità costituisce l’emanazione di un altro partito radicale ucraino, ovvero Assemblea Nazional-Socialista, e raggruppa anche elementi neo-nazisti italiani, svedesi e russi.

Per quanto riguarda l’Esercito, nelle operazioni contro le forze separatiste filo-russe sono impegnati oltre 4.000 militari. In particolare si tratta di unità appartenenti alla 25ª e 29ª Brigata aeroportata, alla 17ª Brigata corazzata, alla 93ª Brigata meccanizzata ed alla 55ª Brigata di artiglieria. Queste forze dispongono di carri T-64 e T-84 OPLOT, blindati BMP-1/2 e BTR-60/80, lanciarazzi URAGAN e obici di artiglieria da152 mm, estensivamente impiegati nel bombardamento di città e villaggi in mano agli insorti. Il supporto dall’area a questo complesso di forze è stato fornito da elicotteri d’attacco Mi-24 e cacciabombardieri Su-25, mentre la protezione anti-aerea da sistemi BUK.

Per una completa e approfondita analisi sul conflitto ucraino si veda RID 8/2014 in edicola dalla prossima settimana

 


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