Come possibile prima risposta all'attacco israeliano contro postazioni militari ed impianti industriali siriani situati a Latakia, Tartus e Homs, la Russia potrebbe incrementare, nelle prossime ore, il proprio dispositivo aereo presente a Jableh. Agli attuali 20 cacciabombardieri tattici Su-24M2 FENCER (12 aerei) e Su-34 FULLBACK (8 apparecchi) ed ai 4 caccia multiriuolo Su-35S FLANKER, dovrebbero aggiungersi una ventina di velivoli costituiti da altri caccia multruolo Su-30SM e Su-35S e da cacciabombardieri Su-34 FULLBACK, oltre ad una manciata di aerei da supporto, tra cui almeno una coppia di aerocisterne aerocisterne Il-78M. Il dispositivo dovrebbe raggiungere la Siria, con scalo presso la base aerea iraniana di Nojeh/Hamedan, nelle prossime 24/48 ore. E' possibile che, una volta schierati, tali velivoli vengano impiegati, di concerto con una quindicina di unità della Marina russa (tra cui l'incrociatore lanciamissili USTINOV classe SLAVA armato con 64 missili sup-aria S-300F), per la creazione no-fly-zone sul Mediterraneo Orientale come blocco simbolico del traffico aereo militare israeliano. In tal caso si tratterebbe, come detto, di un gesto ampliamente simbolico dal punto di vista più politico che militare, dato che l'eventuale NFZ sarebbe parziale, ancorchè ben definita e "fastidiosa" per eventuali raid israeliani provenienti dal mare. Una misura difensiva che non dovrebbe suscitare preoccupazioni eccessive nello Stato ebraico, riguardo alla percezione di eventuali rischi alla propria sicurezza.