RIVISTA ITALIANA DIFESA
La Turchia entra in scena a Idlib? 13/09/2018 | Pietro Batacchi

Dopo il mancato accordo nel vertice tripartito di Teheran sul destino della provincia di Idlib, la Turchia sembra aver intensificato le forniture di armi ai miliziani che resistono nell’ultima provincia ribelle siriana. In particolare, Ankara avrebbe incrementato negli ultimi giorni le forniture di sistemi anticarro e razzi campali pluritubo al Turkistan Islamic Party in Syria (TIP) ed a ciò che resta del Free Syrian Army, gruppi che, assieme ai qaedisti di Hayat Tahrir al-Sham, si apprestano a fronteggiare l’annunciata offensiva dei governativi. E proprio tra ieri ed oggi cittadine nel nord di Latakia sono state più volte colpite dai razzi lanciati dal miliziani ribelli. Nel frattempo, Assad sta continuando ad ammassare truppe nell’area e da giorni aerei russi e siriani colpiscono le postazioni ribelli a Idlib, mentre le potenze occidentali avvertono Damasco sulle conseguenze che potrebbe avere un nuovo raid “non convenzionale”. L’obbiettivo dei governativi è quanto meno mettere in sicurezza la città di Aleppo ed il nord della storica roccaforte governativa di Latakia, sempre sotto la minaccia, appunto, dei gruppi jihadisti e filo-turchi che operano ad Idlib. Uno scenario, questo, che coinvolgerebbe solo alcune parti della provincia ribelle e che potrebbe risultare accettabile anche per la Turchia, ma è chiaro che Ankara non sembra disposta ad uscire completamente da Idlib senza aver garanzie certe sulla propria presenza nel cantone di Afrin e nel triangolo di Azaz, fondamentale per contenere le spinte autonomistiche dei Curdi siriani. In assenza di queste garanzie, il pragmatico Erdogan non rinuncia a far valere il suo peso nell’ultima (forse) battaglia della lunga guerra civile siriana.


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